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lunedì 15 ottobre 2012

Sarà la scelta giusta?

Il signor Arturo Lanza, conosciuto da tutti come Dino, in data 19 aprile 1996, donò generosamente al comune di Gravellona Toce, un appezzamento di terreno di mq 15.173, sito in Comune di Casale Corte Cerro, in località Santa Maria, da destinare alla costruzione di un centro per anziani.


In tutti questi anni non si è riusciti a realizzare direttamente questo intervento anche per il rilevante impegno economico che lo stesso avrebbe comportato per l’ente e per l’impossibilità di convenzionarsi con l’ASL per la gestione. Quando si è saputo che la Regione ha aperto la possibilità di convenzionamento si è riaccesa la speranza di poter dare concretezza a questa affascinante idea. Chi ha avuto la fortuna di conoscere il maestro Lanza ricorderà l’entusiasmo con cui aveva fatto dono di questo terreno e quali grandi sogni amava condividere con chiunque, pensando agli sviluppi che la realizzazione di un centro per anziani in quel luogo avrebbe potuto trasformare in realtà. Il suo pensiero era molto semplice e rileggendolo oggi appare invece addirittura rivoluzionario: la comunità ha bisogno di un moderno centro per anziani, quindi la comunità lo realizza e se lo gestisce; il tutto è reso ancor più facile dal fatto che il terreno non deve nemmeno comprarlo perché gli è stato donato. Sembrava tutto molto logico e semplice, soprattutto considerando che la comunità raccoglie, attraverso la fiscalità generale e locale, una grandissima quantità di denaro che deve giustamente impiegare per soddisfare i bisogni della comunità stessa. Se è vero, come tutti hanno ribadito più volte, che uno dei bisogni è quello di realizzare una casa di riposo per anziani sembra evidente quello che dovrebbe avvenire. Ma non è così; nonostante il terreno sia di proprietà comunale a costo zero, nonostante l’Associazione il Buon Pastore abbia un piccolo gruzzolo faticosamente raccolto, nonostante l’esigenza sia stata più volte confermata e nonostante l’enorme quantità di soldi che puntualmente i contribuenti pagano proprio per soddisfare i bisogni comuni, per poter provare a realizzare questa struttura, che fra l’altro avrebbe la garanzia di convenzione con l’ASL per la gestione, sembra che l’unica possibilità sia subordinata alla vendita del terreno stesso ad un privato che realizzerebbe l’investimento e ne curerebbe la gestione.

Sembra che l’ipotesi di dare il terreno in uso gratuito, anche per 50 anni, non sarebbe sufficiente per rendere l’investimento appetibile. Comprendiamo molto bene che non ci siano molti investitori disposti a rischiare molto, soprattutto in questo momento, e che quindi un tentativo attraverso la pubblicazione di un bando che non preveda la vendita ma solo l’affidamento in diritto di superficie dell’area per 50 anni potrebbe anche fallire, ma al tempo stesso temiamo che una volta venduto il terreno, seppur con tutte le clausole di salvaguardia che la legge permette, non ci sarebbero più molti strumenti per il controllo dell’operazione che diventerebbe una struttura totalmente privata.

Sappiamo anche che di persone che abbiano avuto la bravura e la fortuna di produrre ricchezza, e abbiano anche la volontà di condividere questa ricchezza con l’intera comunità ce ne siano molto poche ma vorremmo non credere che un’intera comunità debba abdicare completamente alla capacità di individuare i propri bisogni e soddisfarli con le proprie forze; vorremmo non credere che coloro che sono chiamati ad essere pubblici amministratori, soprattutto locali, siano essi stessi a continuare ad ammettere la propria incapacità ad amministrare qualunque cosa evocando sempre una supposta maggiore capacità di un ipotetico privato che dovrebbe avere chissà quali doti che poi quando si tratta di mettersi nei panni dell’amministratore pubblico evaporano come neve al sole. Vogliamo invece credere che il gesto di un privato, il maestro Dino Lanza, che decise di regalare alla comunità un terreno che oggi è stato stimato in 600.000 euro, sia ancora di esempio anche per coloro che mettono sempre e comunque il profitto personale in denaro al primo posto nella classifica dei propri ideali. E’ un argomento su cui riflettere seriamente prima di prendere una decisione.

2 commenti:

  1. Alcuni esempi di applicazione del diritto di superficie:

    1) L'11 giugno 2010 la Juventus ha acquisito per un milione di euro dal Comune di Torino il diritto di superficie per 50 anni sui 260 000 m² dell'area Continassa con l'obietti­vo di riqualificarla nell'arco di dieci anni con una serie di pro­getti e un investimento di al­meno 60 milioni di euro.(fonte Wikipedia)

    2) Asl e Comune di Imperia sono pronti a stipulare un accordo per la concessione del diritto di superficie all'Azienda Sanitaria Locale per la realizzazione del Palasalute (riunirà uffici, ambulatori e strutture sanitarie ora dislocate in varie zone della città) in via Acquarone, a Porto Maurizio.
    Già stabiliti i dettagli dell'accordo, che prevede una concessione della durata di 50 anni e l'impegno, da parte dell'Asl, di pagare al Comune di Imperia un canone annuo pari a 25.123,68 euro (il valore dell’area, come da stima dell’Agenzia del Territorio del 22.03.2005 rivalutata applicando i coefficienti ad oggi disponibili sulla tabella ISTAT per le locazioni, è pari ad 1.674.912). (fonte Punto Imperia)

    3) TUENNO. L’Hotel Miralago, sul lago di Tovel, per quasi cinquant’anni ha pagato il diritto di superficie al Comune di Tuenno (proprietario del terreno) con dieci chili di farina bianca da pane. Questo prevedeva il contratto stipulato nel 1954, quando la farina bianca (siamo nei difficilissimi anni del dopoguerra) valeva come l’oro. (fonte Trentino Corriere Alpi).

    Il nostro Comune è l'unico ad aver individuato alcuni investitori della sanità privata (non un settore in crisi!), potenzialmente convenzionabiie con il Servizio Sanitario, che non riescono a rientrare del loro investimento in 50 anni ? Ma li troviamo tutti noi i privati con i problemi o siamo così disperati da non considerare l'alto valore di un'area come quella donata dal nostro benemerito concittadino. Un'operazione di questa portata deve essere presentata nel modo più trasparente possibile alla città, comunicando in anticipo, se ci sono, i nomi di tutti i soggetti interessati, mostrando prima di decidere, tutte le manifestazioni di interesse che risultino ufficialmente pervenute e che dopo pubblica discussione in Consiglio Comunale risultino più vantaggiose per la Comunità.
    Rinunciare al tentativo di presentare un bando dove si offre in prima battuta il terreno in diritto di superficie per "sbarazzarsi" subito del terreno con una vendita frettolosa non sembra una scelta molto ponderata.

    L'invito alla prudenza mi pare d'obbligo.

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  2. ..... non lo conoscevo, ma fossi io il donatore, mi rivolterei nella tomba...

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