Mentre sui giornali fanno
finta di litigare, in Giunta tutto prosegue sempre come prima: all’unanimità.
Il 12 febbraio appena trascorso si è riunita la Giunta e ha approvato
all’unanimità la convenzione urbanistica che prevede un’altra bella colata di asfalto
e cemento su uno dei pochi terreni agricoli che ancora resistevano all’avanzata
del “progresso”. Era assente solo l’assessore Geraci, così potrà sempre dire
che lui non era d’accordo ma sono stati gli altri senza di lui, nel frattempo
cercherà di capire se conviene di più dire che era d’accordo o se sarà meglio
dire che è sempre stato contrario, ma questo lo sapremo solo più avanti, non
bisogna avere fretta di sapere.
In un paese dove ci sono
decine e decine di case vuote e inutilizzate, dove ci sono intere aree
urbanizzate con un miscuglio di capannoni e abitazioni tutti desolatamente
vuoti, e dove le aree ancora utilizzabili per fini agricoli, o comunque con
ancora un po’ di verde, sono ormai una piccolissima frazione del territorio e
nonostante questi anni di crisi abbiano messo in evidenza un clamoroso crollo dei valori immobiliari dovuto ad un
eccesso di offerta rispetto alla debolezza della domanda, favorita anche da una
ormai cronica difficoltà di accesso al credito, si continua tuttavia a non
mettere minimamente in discussione l’opportunità o meno di confermare delle
previsioni di piano regolatore che rende edificabile qualunque fazzoletto di
terra. Discutere e valutare queste eventualità non significherebbe
pregiudizialmente impedire qualsiasi nuova edificazione, anzi è ovvio che molte
aree di completamento avrebbero tutte le ragioni di poter essere edificate,
qualora ve ne siano le condizioni, ma troviamo inaccettabile che non se ne
parli nemmeno e si approvi una convenzione direttamente in Giunta senza nemmeno
averne discusso una volta in commissione
urbanistica proprio su una grossa area attualmente agricola che definire
semplicemente come “area di completamento” è quanto meno approssimativo. E così
viene approvata una colata di asfalto di 1.385 m.q. per nuovi parcheggi in
attesa che dopo magari qualcuno costruisca sulla restante parte di prato, pari
a 4.381, dei nuovi edifici residenziali
e addio ai prati che i vecchi pedemontesi hanno sempre conosciuto come “La
Braglia”. Poco importa se intanto continueranno a rimanere vuoti e decadenti
molti edifici già esistente e oggi inutilizzati e poco importa se in cambio di
qualche euro di oneri di urbanizzazione da spendere subito poi aumenteranno
ulteriormente le superfici di nuovi parcheggi, strade, fognature e
illuminazione sui quali si dovranno assumere gli oneri di gestione e
manutenzione. Ci saranno magari delle motivazioni più che valide a giustificare
questo intervento ma nessuno dell’attuale giunta ha sentito il dovere di
sottoporre all’attenzione dei Consiglieri Comunali le ragioni che potranno pur
esserci, e tanto meno nessuno ha sentito l’esigenza di parlarne con gli
abitanti di Pedemonte che magari potevano dare qualche suggerimento utile tanto
agli amministratori quanto ai proponenti l’intervento. Avrà prevalso il bene
comune o il bene privato?