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martedì 22 giugno 2010

Il tapiro verde

Un grazie alla lega nord di Gravellona


Il Consiglio Comunale di ieri sera si è aperto con un colpo di scena: la lega di Gravellona esiste! A guardar proprio bene un segnale di vita l’aveva già dato il consigliere padano Calefato con le sue dichiarazioni riportate sull’Eco di mercoledì scorso, ma quella di ieri sera è stata una vera e propria sortita a sorpresa, da parte di quello che si pone ormai chiaramente come il leader carismatico dei rappresentanti padani, l’assessore ai piccoli problemi del cittadino Mario Geraci. Bisogna dare atto che era anche stato uno dei protagonisti della cattura del temibile “tasso imbalsamato” ma questa volta ha voluto esagerare e prendersi tutta la scena: prima ancora che il sindaco prendesse la parola (temendo che a lui non l’avrebbe mai data) si è lanciato in una dichiarazione che ha coronato il suo primo anno di lavoro facendo dono di un tapiro a noi del gruppo Insieme per Gravellona. E pensare che c’era gente che diceva che la lega nord a Gravellona non combina niente; altro che niente, qui c’è la prova che sono state fatte ore e ore di lavoro a pitturare di verde il tapiro, ad incollargli la scritta lega nord su entrambi i lati, a pianificare i tempi e i modi per la consegna e per finire qualcuno ha addirittura sacrificato il proprio prezioso fazzoletto verde per “vestire” l’ignaro tapiro.
 Fra l’altro non si tratta mica di un tapiro qualsiasi, mica si tratta di un tapiro che viene dal prato di Pontida o dalle falde del Po sul Monviso, considerando che l’ha portato Mario Geraci suppongo che arrivi da un piccolo comune di 1.956 abitanti in provincia di Palermo nel parco delle Madonie, che si chiama Geraci Siculo e avrà dovuto quindi affrontare un lungo viaggio per giungere nel nostra piccola città che si trova chiaramente nel nord della Padania, speriamo che si adatti al clima rigido del nord, lui che proviene dal profondo sud, e speriamo che i tapiri locali, notoriamente ospitali ma un pochino, come dire, non razzisti, ma un pochino diciamo diffidenti verso i tapiri meridionali non lo trattino troppo male, in fondo è un regalo, un presente e come tale deve essere accettato; cercheremo noi di proteggerlo da quei tapiracci montanari che parlano solo in dialetto e non vogliono saperne di tapiri immigrati. A tranquillizzare tutti sulla possibilità che il tapiro siciliano possa essere accettato come fosse uno di noi è arrivato prontamente l’inno di Mameli, a siglare l’inizio ufficiale del Consiglio come promesso dal sindaco recentemente, anche se a dir la verità la stessa serenità che abbiamo visto negli occhi del tapiro non l’abbiamo vista negli occhi dei consiglieri leghisti ma probabilmente era la solita commozione patriottica che ogni italiano doc vive quando sente l’inno nazionale.
Abbiamo accettato allegramente questo simpatico omaggio, più allegramente di quanto siano sembrati loro nel regalarcelo, tuttavia dobbiamo specificare che quello che il buon Mario Geraci ha interpretato come nostro “attapiramento” in realtà è semplicemente una profonda e reale preoccupazione per il modo in cui stanno giocando a fare gli amministratori. Naturalmente non abbiamo intenzione di perdere il senso dell’umorismo ma qualsiasi analisi razionale delle scelte fatte da questa allegra brigata è davvero avvilente. Ha ragione quando dice che torniamo sempre sugli stessi argomenti, infatti siamo obbligati proprio dai loro stessi atti che inevitabilmente tornano a riaccendere l’attenzione sulle stesse questioni che sono importantissime per la vita di chi vive a Gravellona. Basti pensare alla variazione di bilancio proposta e approvata ieri dalla maggioranza in cui si impegnano 62.000 euro per la sala conferenze della biblioteca, per vedere il sindaco in 3 D mentre arringa il popolo, e si impegnano 180.000 euro per una specie di palestra gonfiabile nel cortile delle scuole elementari dopo averne spesi 40.000 per pagare un progetto (e cestinarlo) che prevedeva anche una palestra vera. Basti pensare ad un sindaco che afferma allegramente che non riesce a convocare la commissione lavori pubblici perché i tecnici sono professionisti che hanno tanti impegni e quindi per i consiglieri comunali di un comune che impegna sette milioni di euro per farli lavorare non hanno tempo da dedicare per spiegare cosa stanno facendo; un sindaco che afferma tranquillamente che nelle commissioni consiliari si deve applicare un regolamento secondo il quale i consiglieri non potrebbero nemmeno parlare e con una maggioranza che accetta tranquillamente queste versioni senza porsi il minimo dubbio. Regolamento o non regolamento io credo che nemmeno in Bielorussia e in Birmania si affrontino opere pubbliche di questa entità senza che i consiglieri possano chiedere i dovuti chiarimenti ai tecnici che lavorano alle dipendenze, dirette o indirette, dell’amministrazione stessa nella sede più naturale che è rappresentata proprio dalle apposite commissioni istituite per approfondire le tematiche sulle quali il Consiglio esprime gli indirizzi. Naturalmente si può anche decidere di riunire tutti in un Consiglio Comunale aperto, in cui chiunque può intervenire e chiunque può parlare, anche i consiglieri di maggioranza.

Anche la risposta relativa al Festivalone non ha fugato tutti i dubbi, siamo preoccupati per quello che potrebbe essere il costo reale di tutta l’operazione e dell’incomprensibile trattamento di particolare favore a questa iniziativa rispetto ad altre e ovviamente, forse per deformazione professionale, temo che il ripristino dell’area verde sarà lasciato alle incredibili capacità che ha sempre la natura di cavarsela da sola alla faccia dell’uomo anche se i risultati non sempre coincidono con le aspettative. Si è discusso anche di Granerolo ma è tutto sotto controllo, rimane solo da capire questa faccenda dei rifiuti che quando passa Ernesto Meazza si materializzano davanti a lui per farsi fotografare e quando passano gli assessori in carica spariscono magicamente.
E intanto il tapiro inizia a brucare l’erba di Pedemonte, speriamo non sia indigesta.

mercoledì 16 giugno 2010

E' tutta colpa nostra!

Sono bastati 12 mesi per comprendere l’enormità del disastro che abbiamo provocato perdendo le elezioni del giugno scorso. Non possiamo astenerci dal riconoscere che l’aver consegnato l’amministrazione di Gravellona a questi signori è una responsabilità che ci porteremo dietro per sempre.
Dopo l’arrivo dell’uragano Giro sono già in molti a rimpiangere i timidi temporali dell’era Di Titta; eppure avevamo tentato di spiegare alcuni degli aspetti contraddittori e potenzialmente pericolosi di una possibile ascesa in giunta di questi esponenti del popolo leghista e della libertà, ma evidentemente portiamo con noi la colpa di essere stati poco credibili rispetto a chi aveva già dato prova della propria volontà di cambiare tutto perché nulla cambi, come alcuni ora ed ex assessori, e rispetto a chi si presentava come un perfetto sconosciuto ricchissimo di autostima, capace di qualunque mirabolante promessa come il nuovo sindaco.


Naturalmente al nostro gruppo consiliare, che somma in sé la colpa di essere minoranza alla ben più grave colpa di essere la passata amministrazione, è stato fin da subito relegato il ruolo di opposizione da tenere il più possibile all’oscuro e al di fuori da qualsiasi avvenimento o decisione nonostante uno sporadico tentativo di coinvolgimento da parte del vice sindaco al quale diamo atto del bel gesto; per il resto siamo obbligati ad essere vissuti come fastidiose zanzare.

Noi abbiamo l’impressione che il sindaco abbia assunto il suo ruolo affetto da una strana forma di sindrome da “Ennio Doris”: il Comune costruito attorno a lui; ci sono tanti piccoli segnali, come la scelta di cambiare ufficio per prendersi il più grande (non mi sbilancio su quale spiegazione potrebbe ipotizzare un buon psico-andrologo), come la scelta di pavimentare lo stesso ufficio con un nuovo parquet in legno (solo il suo), come la scelta di precedere il suo nome sempre con il suo titolo (avv.), come l’ostinazione a voler sempre spendere personalmente la stragrande maggioranza delle parole spendibili globalmente in qualsiasi occasione, ma tutto questo sarebbe solo materia da psicanalisi se non fosse che a questo fanno da cornice due aspetti politicamente molto più gravi: l’incapacità cronica a dire la verità, giustificandosi sistematicamente scaricando le responsabilità su altri che di solito siamo noi, e la messa in atto di scelte clamorosamente sempre sbagliate.

Per fare qualche esempio basti citare il fatto che, non essendosi accorto che sia il mondo intero e sia il VCO stanno vivendo la peggiore crisi economica che la maggior parte dei cittadini viventi possa ricordare (manca solo lui visto che sembra se ne sia accorto alla buon’ora anche il sig. Tremonti), tuttavia lui finanzia allegramente con i soldi del comune iniziative private a suon di salsa e merengue che porteranno chissà quali benefici ai commercianti di Gravellona e alla popolazione tutta; decide di investire più di 50.000 euro per migliorare la sala conferenze della biblioteca, spende più di 20.000 euro per una pista di ghiaccio natalizia e via con questa pioggerella di euro a strascico che potrebbero anche avere un senso se non fosse per la sempre più palpabile carenza di fondi a disposizione del comune che dovrebbe quindi concentrare la sua spesa su aspetti più urgenti e legati alle nuove e vecchie emergenze.
Non si sono accorti che la disoccupazione crea ogni giorno nuove emergenze sociali? Non se lo ricorda più nessuno che servirebbero delle scuole nuove degne di una paese moderno? Non se lo ricordano più di aver urlato allo scandalo per l’amianto nelle pareti dell’asilo nido una settimana prima delle elezioni? Non si ricordano di aver promesso consigli comunali aperti per discutere le questioni più importanti anche con la cittadinanza? La memoria a volte inganna. La verità è che nonostante l’ottimismo ostentato, non fosse altro che per dovere di partito, questi signori sanno che le risorse che arriveranno dal governo centrale saranno sempre meno e che per fare davvero qualche opera pubblica significativa, bisogna fare dei sacrifici sul fronte delle carnevalate e di alcune opere minori ma non volendo rinunciare a queste piccole magnificenze si preferisce aspettare che arrivi lui: il Privato; quello che in cambio di metri cubi in più da costruire ci regalerà tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E così, intanto che aspettiamo che Il Grande Lui arrivi e veda il nuovo Piano regolatore approvato definitivamente (fra sei mesi o sei anni) e ci degni della sua attenzione offrendoci opere, noi aspettiamo pazientemente e per ingannare l’attesa festeggiamo allegramente. E’ tutta colpa nostra: non dovevamo perdere le elezioni! Olè!

lunedì 14 giugno 2010

IL PROTOCOLLO SCOMPARSO (2° parte)

Le piscine in fase di costruzione rischiano l'abbandono?

Se vi ricordate qualche tempo fa abbiamo raccontato la storia del Protocollo d'intesa per la nascita di un'Ente Fiera che il sindaco Giro aveva venduto (come solo lui sa fare) come sottoscritto da tutti i soggetti a cui era stato proposto. Li ricordiamo: Provincia del VCO, Distretto Turistico dei Laghi, Camera di Commercio, Federalberghi, Comune di Verbania, Comune di Omegna, Comune di Mergozzo, Comune di Ornavasso e Comune di Baveno. Quest'ultimo ricordiamolo non era neanche stato contattato prima di essere inserito nel protocollo d'intesa a testimonianza della grande efficienza aziendalistica che permea l'attività di questa amministrazione. A quasi quattro mesi dall'annuncio, oltre la Provincia non ci è dato sapere quanti altri soggetti abbiano deciso di aderire. Per certo c'è il rifiuto del Comune di Baveno "arruolato" con leggerezza senza comunicazione ma si ha notizia anche dell'addio del Comune di Verbania. Perché ? Da quelle parti con lo spostamento del nuovo teatro dal centro verso la zona lacustre dell'Arena si è iniziato a parlare di utilizzo della nuova struttura non solo per fini culturali. Che i cugini verbanesi vogliano rubarci l'idea dell'Ente Fiera ? E la nostra baricentricità ? E tutto lo sforzo sotterraneo fatto in questi mesi dal sindaco Giro per "convertire l'ipotesi piscine verso una struttura a spiccata polivalenza e polifunzionalità, idonea ad ospitare oltre 1000 persone, e pertanto eventi congressuali di rilevanza provinciale e comunque intercomunale".
Ma c'è di più. In quel protocollo si diceva che "le verifiche tecniche effettuate hano permesso di acclarare che la struttura in corso di realizzazione [...] il cui stato di avanzamento dei lavori è prossimo al completamento del grezzo strutturale, è ancora suscettibile di varianti atte ad aumentare la capienza del palazzetto dello sport fino a circa 2000 unità". Queste importanti verifiche abbiamo chiesto da un mese che venissero spiegate alla minoranza e ai cittadini in una seduta dela Comissione Lavori Pubblici. Niente ! Silenzio assoluto ! Non ci è dato di sapere quali scelte siano state operate o si stiano approntando ! Paradossalmente vale di più uno straccio di protocollo virtuale, che non si fila nessuno degli enti e che è servito a distrarre l'attenzione piuttosto che due piscine già scavate e parzialmente costruite , di cui si è già pagata la realizzazione alla ditta costruttrice....che ora si vuole liquidare in anticipo purché si abbandoni il vecchio progetto. È scandaloso ! Non si ha il coraggio di affrontare i cittadini e spiegare le ragioni di una scelta tanto scellerata. Ad aggravare la situazione ci sono gli effetti del "fuoco amico" dell'ultima manovra tremontiana che impedisce di fatto a tutti i Comuni sotto i 30.000 abitanti di costituire nuove società e addirittura li obbliga entro il 31.12.2010 a mettere in liquidazione quelle che esistono o a cederne le partecipazioni. Chi spiegherà a Giro e Co. che "la costituzione di apposito Ente a partecipazione pubblica e privata, cui sarà conferita la proprietà della struttura in corso di realizzazione sul territorio del Comune di Gravellona Toce" forse non si potrà più fare ? Quale altra soluzione si inventerà ora Demolition man per non dare a molti cittadini le agognate piscine ? È solo questione di tempo l'immaginazione certo non gli manca.

martedì 8 giugno 2010

Sapere è potere (?)


Nella rete e sui giornali "dell'odio" in questi giorni sono apparse molte notizie sulle proteste che ritornano con forza nel mondo della scuola, ignorate dai TG delle 20.30. Parziale blocco degli scrutini da parte di alcuni insegnanti, cortei, sit-in, manifestazioni di genitori, alunni e docenti ; tutte iniziative a difesa della scuola pubblica che il Ministro Gelmini sta portanto lentamente alla rovina totale. Ma tutte queste persone sembrano fuori dal tempo perché testimoniano quanto sia ancora radicata la concezione che attribuisce all'istruzione un valore fondamentale per la crescita personale e per la definizione del proprio futuro professionale. "Studia e non te ne pentirai" recitavano i genitori qualche decennio fa. Ma noi genitori della scuola del Ministro Gelmini potremo ripetere ai nostri figli lo stesso adagio? Fino a quando potremo ingannare i nostri figli facendo creder loro che per aver successo nella vita qualche sacrificio sui libri vale la pena di farlo? Quando scopriranno che anche se ti bocciano tre volte alla maturità puoi legiferare in un Consiglio Regionale scrivendo regole che varranno per tutti i cittadini , anche quelli che sudano sui libri quali spiegazioni porteremo ? Sapere è potere. Purtroppo in questa triste Italia anche il non sapere. 
p.s.: ragazzi studiate come forsennati e prendetevi questo paese, please!
Roberto Birocco

giovedì 3 giugno 2010

Furbo come una volpe

Con il solito tempismo tipico del principe che teme di tornare ranocchio, a poche ore dalla scadenza dei 30 giorni, il sindaco ci ha onorati della risposta all’interpellanza sull’incombente Festivalone. Ad essere sincero ho dovuto leggere più volte il documento, probabilmente a causa della distanza culturale fra la mia capacità di comprensione e la ricchezza espositiva del primo cittadino, per cui la ricerca delle risposte ai quesiti da noi sollevati è stata laboriosa e purtroppo infruttuosa.


In sintesi ci viene spiegato che si tratta di una evidente sinergia pubblico-privato, e fin qui non ci sono dubbi, ma l’impressione che se ne trae alla fine è che si tratti di una sinergia nel senso che il pubblico copre una parte consistente dei costi e il privato si porta a casa i guadagni.
Come anteprima del festival latino americano, con una disinvolta esibizione di samba fra le domande che avevamo fatto, il sindaco è riuscito a evitare di rispondere puntualmente a ciò che avevamo chiesto adducendo delle motivazioni quanto meno elusive.
Analizzando la risposta nei punti salienti si osservano alcune evidenti contraddizioni; in primo luogo viene detto che i proponenti dell’iniziativa hanno richiesto all’amministrazione la disponibilità di un area e il patrocinio nominale; a tale richiesta l’amministrazione ha rilanciato: perché concedere solo l’area e il patrocinio (più volte indicato come a costo zero) come loro hanno chiesto quando possiamo benissimo dare molto di più? Ci saranno rimasti spiazzati anche loro ma di fronte a tanta generosità qualunque imprenditore avveduto non può che prendere al volo e d è così che la giunta ha buttato sul piatto la corrente elettrica, l’acqua potabile, le affissioni gratuite, gli orari come da loro programma e ha concentrato il lavoro degli operai comunali per predisporre le aree al meglio e naturalmente il tutto a costo zero, per il proponente privato.
La contraddizione più grande è proprio sui costi: nel verbale di giunta, 63 del 2010, si dice espressamente al punto 2 della delibera che le sopra elencate forniture e concessioni trovano copertura negli appositi stanziamenti di bilancio 2010. ed era proprio questo uno dei quesiti che avevamo posto, e cioè quali sono i capitoli e quali sono gli importi, ma evidentemente quella delibera di giunta è stata fatta a insaputa del sindaco che, seppur presente, non ricorda nemmeno che al punto 1 della delibera si afferma che il comune intende -“patrocinare l’iniziativa mediante i seguenti interventi “- e qui elenca le voci per le quali abbiamo chiesto conto mentre ora afferma che il patrocinio è soltanto nominale e non comporta impegno di spesa. Del tutto non credibile quando afferma che il mancato incasso per le concessioni è aleatorio e di difficile quantificazione. Trovo anche fuori luogo il paragone del supporto a questa iniziativa con il supporto alle spese della pista di ghiaccio che, seppur costosa e degna di riflessione critica, era una iniziativa della Pro Loco sicuramente non a scopo di lucro mentre questo festival è una iniziativa privata con finalità, legittime, di produrre profitto a beneficio degli imprenditori che se ne assumono il rischio e ne godono in via esclusiva gli eventuali guadagni.
L’elencazione degli incredibili vantaggi che sono riservati ai gravellonesi mi lascia veramente senza parole per cui direi che sarà interessante verificarlo a consuntivo. Su questo fronte la risposta raggiunge il suo apice e ve la voglio riportare tal quale e vi chiedo di aiutarmi poi a decifrarla perché giuro che non riesco a cogliere in questo paragrafo dove stia il vantaggio per la comunità:

-“l’Amministrazione si è resa disponibile a fare da tramite, attraverso la stipula di contratti di sponsorizzazione, tra il FestivalOne e le realtà produttive e commerciali che intenderanno sponsorizzarlo, impegnandosi a devolvere all’organizzazione i proventi delle sponsorizzazioni a destinazione vincolata (cioè per la realizzazione del festival) che dovessero essere proposte al Comune.”-

Probabilmente è l’alba di una nuova era turistica per gravellona, avessi i soldi costruirei un albergo.