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mercoledì 16 giugno 2010

E' tutta colpa nostra!

Sono bastati 12 mesi per comprendere l’enormità del disastro che abbiamo provocato perdendo le elezioni del giugno scorso. Non possiamo astenerci dal riconoscere che l’aver consegnato l’amministrazione di Gravellona a questi signori è una responsabilità che ci porteremo dietro per sempre.
Dopo l’arrivo dell’uragano Giro sono già in molti a rimpiangere i timidi temporali dell’era Di Titta; eppure avevamo tentato di spiegare alcuni degli aspetti contraddittori e potenzialmente pericolosi di una possibile ascesa in giunta di questi esponenti del popolo leghista e della libertà, ma evidentemente portiamo con noi la colpa di essere stati poco credibili rispetto a chi aveva già dato prova della propria volontà di cambiare tutto perché nulla cambi, come alcuni ora ed ex assessori, e rispetto a chi si presentava come un perfetto sconosciuto ricchissimo di autostima, capace di qualunque mirabolante promessa come il nuovo sindaco.


Naturalmente al nostro gruppo consiliare, che somma in sé la colpa di essere minoranza alla ben più grave colpa di essere la passata amministrazione, è stato fin da subito relegato il ruolo di opposizione da tenere il più possibile all’oscuro e al di fuori da qualsiasi avvenimento o decisione nonostante uno sporadico tentativo di coinvolgimento da parte del vice sindaco al quale diamo atto del bel gesto; per il resto siamo obbligati ad essere vissuti come fastidiose zanzare.

Noi abbiamo l’impressione che il sindaco abbia assunto il suo ruolo affetto da una strana forma di sindrome da “Ennio Doris”: il Comune costruito attorno a lui; ci sono tanti piccoli segnali, come la scelta di cambiare ufficio per prendersi il più grande (non mi sbilancio su quale spiegazione potrebbe ipotizzare un buon psico-andrologo), come la scelta di pavimentare lo stesso ufficio con un nuovo parquet in legno (solo il suo), come la scelta di precedere il suo nome sempre con il suo titolo (avv.), come l’ostinazione a voler sempre spendere personalmente la stragrande maggioranza delle parole spendibili globalmente in qualsiasi occasione, ma tutto questo sarebbe solo materia da psicanalisi se non fosse che a questo fanno da cornice due aspetti politicamente molto più gravi: l’incapacità cronica a dire la verità, giustificandosi sistematicamente scaricando le responsabilità su altri che di solito siamo noi, e la messa in atto di scelte clamorosamente sempre sbagliate.

Per fare qualche esempio basti citare il fatto che, non essendosi accorto che sia il mondo intero e sia il VCO stanno vivendo la peggiore crisi economica che la maggior parte dei cittadini viventi possa ricordare (manca solo lui visto che sembra se ne sia accorto alla buon’ora anche il sig. Tremonti), tuttavia lui finanzia allegramente con i soldi del comune iniziative private a suon di salsa e merengue che porteranno chissà quali benefici ai commercianti di Gravellona e alla popolazione tutta; decide di investire più di 50.000 euro per migliorare la sala conferenze della biblioteca, spende più di 20.000 euro per una pista di ghiaccio natalizia e via con questa pioggerella di euro a strascico che potrebbero anche avere un senso se non fosse per la sempre più palpabile carenza di fondi a disposizione del comune che dovrebbe quindi concentrare la sua spesa su aspetti più urgenti e legati alle nuove e vecchie emergenze.
Non si sono accorti che la disoccupazione crea ogni giorno nuove emergenze sociali? Non se lo ricorda più nessuno che servirebbero delle scuole nuove degne di una paese moderno? Non se lo ricordano più di aver urlato allo scandalo per l’amianto nelle pareti dell’asilo nido una settimana prima delle elezioni? Non si ricordano di aver promesso consigli comunali aperti per discutere le questioni più importanti anche con la cittadinanza? La memoria a volte inganna. La verità è che nonostante l’ottimismo ostentato, non fosse altro che per dovere di partito, questi signori sanno che le risorse che arriveranno dal governo centrale saranno sempre meno e che per fare davvero qualche opera pubblica significativa, bisogna fare dei sacrifici sul fronte delle carnevalate e di alcune opere minori ma non volendo rinunciare a queste piccole magnificenze si preferisce aspettare che arrivi lui: il Privato; quello che in cambio di metri cubi in più da costruire ci regalerà tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E così, intanto che aspettiamo che Il Grande Lui arrivi e veda il nuovo Piano regolatore approvato definitivamente (fra sei mesi o sei anni) e ci degni della sua attenzione offrendoci opere, noi aspettiamo pazientemente e per ingannare l’attesa festeggiamo allegramente. E’ tutta colpa nostra: non dovevamo perdere le elezioni! Olè!

3 commenti:

  1. Dopo quest'ammissione di colpa da dire cosa rimane???
    ah si una cosa bisogna dirla: ma i gravellonesi che hanno votato la nuova amministrazione Giro in quel momento cosa pensavano? Sicuramente in buona fede hanno creduto alle parole ed al programma presentato, remori dei battibecchi avuti con la vecchia amministrazione Di Titta dove ogni azione eseguita da loro era vissuta male, degna di essere sempre e in qualsiasi modo contestata, ora mi piacerebbe che mettessero in pratica davanti ad un'assemblea pubblica le loro remore e i dubbi che li affliggono scandendo a gran voce se sono in accordo su quanto la nuova amministrazione sta facendo per la nostra Città.
    Popolo Gravellonese FORZA!!!! scrivete un commento su questo post fatevi avanti fateci sentire la vostra voce e vi sarà sicuramente detto GRAZIE!!!!

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  2. .....io voglio metterla un po' sul ridere.Se il popolo gravellonese ragionasse un po' e non si lasciasse attrarre dalle "palle" raccontate e promesse da questa amministrazione,alle prossime elezione potreste candidare una scimmia che vincereste di sicuro.Ora una domanda,qualcuno mi sa dire se la Pro Loco,in vista della festa patronale, ha pagato la corrente elettrica di tasca propria o se ci ha pensato il Sindaco con una delibera ?

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  3. ..metri cubi o metri cubANI?? al ritmo di salsa e merengue, con utili ballerine sculettanti i gravellonesi ingoiano i rospi più facilmente, si vede. chissà se si può unificare la festa patronale a quella latina? olè!

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