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sabato 20 novembre 2010

IL GIARDINO DEL VICINO




Raccoglie beni per i poveri a Caneva: africano denunciato e condannato.
L’uomo accatastava dai frigoriferi ai vestiti usati e, a sue spese, li
inviava in Africa, ma un vicino si è lamentato

di Enri Lisetto


da Il Messaggero Veneto

CANEVA. Ammassava in giardino ciò che la gente scartava e ciò che otteneva in beneficenza, riempiva un container che, a sue spese, una volta l’'anno, inviava al Paese d’origine, il Burkina Faso. A un vicino di casa, però, non stava bene avere a pochi passo un giardino che, a suo dire, era come una discarica. Fece una segnalazione alla polizia municipale che, a sua volta, inoltrò un rapporto alla procura della Repubblica, la quale gli contestò l’'ipotesi di reato di raccolta di rifiuti non autorizzata. L’uomo, ieri, è stato condannato a tre mesi di arresto (pena sospesa). La singolare vicenda riguarda Zoundi Koubdi, 45enne operaio, padre di dieci
figli, regolare nel territorio italiano, ormai da tempo residente a Caneva. Alcuni anni fa l’'uomo promosse una raccolta di materiali non più utilizzati da famiglie e associazioni, che potevano essere ancora utilizzati da chi,
anche col poco e con quello che la società occidentale scarta, non ha proprio niente. L'’uomo, infatti, inviava il tutto in uno dei paesi più poveri del mondo, il Burkina Faso. La sua buona opera (l'’uomo raccoglieva gratuitamente il tutto e pagava a sue spese la spedizione in Africa) proseguiva ormai da alcuni anni. Si prodigava a portare a casa frigoriferi, vestiti usati, biciclette, materassi, reti e vari attrezzi ormai “vecchi” per una società in piena era consumistica, che gli venivano offerti da associazioni e privati cittadini. Insomma, era un punto di riferimento per la sua popolazione d'’origine che, avendo niente, quegli “scarti” rappresentavano una boccata d'’ossigeno. Volontariato che l’'uomo effettuava al di fuori del suo orario di lavoro in fabbrica. Nell'’imminenza della spedizione in Burkina Faso, il burkinabè accatastava il tutto nel giardino della sua abitazione di Caneva. Il materiale, infatti, successivamente veniva inviato, con un container, al porto di Genova da dove partiva verso l’'Africa via nave, a spese del mittente. Il temporaneo “deposito” di materiali, però, non piaceva a un vicino di casa, il quale fece un esposto alla polizia municipale. Quest'’ultima, a sua
volta, inoltrò rapporto alla procura della Repubblica di Pordenone la quale nel 2006 contestò al burkinabè l’i potesi di reato di raccolta di rifiuti non autorizzata. Ieri si è concluso il processo davanti al giudice monocratico. Il difensore del 45enne, l’avvocato Laura Ferretti, ha spiegato che si trattava di un’ attività di beneficenza, che la raccolta era temporanea e che non si potevano considerare, quei materiali, rifiutì, dal momento che venivano riutilizzati in Burkina Faso dalla popolazione più povera al mondo. Il giudice, tuttavia, ha condannato l’'operaio a tre mesi di arresto, con la sospensione della pena. Il difensore ha annunciato appello. Nel frattempo, però, il burkinabè ha dovuto sospendere la raccolta e l’'invio dei materiali nel suo paese d’'origine.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
(12 novembre 2010)

domenica 14 novembre 2010

Esistono ancora i rifiuti?

Lettera aperta al Presidente del Consorzio Unico di bacino per i rifiuti del Vco, Giuseppe Monti.


Egregio Presidente,

è il sogno di ogni cittadino seguire un telegiornale in cui in mezzo alle solite notizie di politica deludente, di cronaca nera e violenta, di alluvioni e crolli, ad un certo punto si senta dire che la tariffa dei rifiuti verrà diminuita. Questa notizia è piombata l’altra sera nelle case dei cittadini del VCO a portare quel pizzico di serenità ai padri di famiglia ormai rassegnati alle continue dinamiche dei costi che si muovono sempre solo nella direzione dell’aumento. Sono sicuro che Lei, pur non conoscendoLa personalmente, è consapevole della responsabilità culturale che assume un segnale di questo tipo e sono quindi sicuro che abbia voluto in questo modo semplicemente regalare quel piccolo sogno che evocavo prima; non voglio credere che Lei pensi che, al di là del valore simbolico, possa avere un valore sostanziale un provvedimento che rappresenta in soldoni un risparmio ipotetico sulle bollette di ogni cittadino quantificabile in circa il 3% del 20% dell’importo complessivo e cioè più o meno un euro a famiglia. Naturalmente mi rendo conto che si è anche voluto assumere la responsabilità di aver creato un’aspettativa nei cittadini che sentendosi dire che la tariffa (la tassa per la maggioranza dei comuni) scende ora si aspetteranno di percepirne gli effetti; sarà quindi sua preoccupazione spiegare come mai invece non percepiranno alcun risparmio effettivo. Fatta questa premessa vorrei però esprimerLe quali sono le mie, e non solo mie, preoccupazioni; capisco che formalmente non è Lei, in quanto Presidente del Coub, a dover stabilire la politica dei rifiuti che spetta a Provincia e Regione, ma sono convinto che il suo sia comunque un ruolo che non può e non deve limitarsi alle sole competenze istituzionali di tariffazione e affidamento del servizio ma deve farsi carico di un ruolo attivo di proposta competente sulla gestione del ciclo integrato dei rifiuti proprio in virtù della posizione equidistante che occupa il Coub fra la politica e le aziende che svolgono il servizio. Vede, signor Presidente, io dal basso della mia umile posizione di Consigliere Comunale ed ex assessore che da qualche anno si interessa anche di questione rifiuti, sono convinto che è proprio il Presidente del Coub, finché ancora esiste, che potrebbe indicare la direzione verso la quale potrebbe volare alta la politica nell’esprimere una visione netta e ambiziosa che guardi davvero al futuro e faccia pensare agli euro spesi per lo smaltimento nel forno inceneritore come ad un antico ricordo sbiadito.  

La mia preoccupazione è che le acrobazie contabili che si fanno oggi per regalare quel micro risparmio sulle bollette possa distogliere anche solo per pochi attimi chi, come Lei, potrebbe veramente lavorare con l’obiettivo di arrivare finalmente a spegnere il forno inceneritore che sta già giocando il secondo tempo supplementare; potrebbe mostrare con tranquillità che il futuro non dovrà più contemplare nessun forno inceneritore, nemmeno sotto lo pseudonimo di termovalorizzatore, né qui, né altrove; potrebbe portare avanti con serietà e impegno quell’idea sempre meno utopistica che dimostri che i rifiuti non esistono ma esistono solo materie prime secondarie, tutto è riutilizzabile; potrebbe mostrare tutta la serietà e la diligenza del buon padre di famiglia nel dire che ogni euro, o centesimo di euro, risparmiato grazie alla virtuosità della gestione, dovrà essere destinato alla bonifica e al ripristino ambientale sia della discarica ossolana sia del sito del forno inceneritore e delle zone limitrofe. Lei lo sa meglio di me che una politica che vola alto deve guardare con gli occhi dei nostri figli e dei nostri futuri nipoti e non con gli occhi degli attuali elettori; io non so Lei, ma io temo di più il giudizio che esprimeranno su di noi le future generazioni che il giudizio che esprimono oggi gli elettori contemporanei.

Con rispetto e rinnovata fiducia, unitamente ai miei auguri di buon lavoro.



Consigliere Comunale di Gravellona Toce

Dr. Agr. Giovanni Morandi

venerdì 12 novembre 2010

Ghe pensi mi!

La sindrome del "ghe pensi mi" ha contagiato anche Gravellona; alla nostra richiesta di convocazione di un consiglio comunale aperto ha già risposto tramite stampa che ci pensa lui. E ci mancherebbe! E' lui il sindaco.
In ogni caso quello che chiediamo noi è semplicemente di offrire l'opportunità a tutti di discutere di questo problema e contemporaneamente offrire al sindaco stesso l'opportunità di informare tutti relativamente a quegli aspetti che conosce solo lui; vorremmo mai che sentisse troppo il peso dell'esclusiva.
Staremo a vedere la risposta ufficiale, per ora pubblichiamo il nostro comunicato stampa:
Il silenzio sulla legatoria è calato troppo in fretta. L’amministrazione comunale, in questi mesi difficili, non ha mai sentito l’esigenza di convocare una seduta pubblica per spiegare alla città il destino della storica fabbrica per la quale hanno lavorato centinaia di cittadini gravellonesi e dei comuni vicini nel corso di questi ultimi decenni. Tutt’oggi lavorano in quella fabbrica degli operai specializzati la cui professionalità si è formata nel corso di anni di lavoro serio e silenzioso e che merita di essere difesa con la stessa serietà ma tutt’altro che in silenzio. Il sindaco si è sempre affidato esclusivamente a comunicati stampa rassicuranti che non hanno mai permesso di fare piena luce su ciò che stava avvenendo. Per questo motivo il Partito Democratico, per voce dei propri rappresentanti in consiglio comunale, chiede all’amministrazione di convocare un Consiglio Comunale aperto per discutere della critica situazione di decine di lavoratori della Legatoria del Verbano e altresì discutere di quanto questo fatto specifico sia un ennesimo sintomo di una situazione generale del lavoro in Italia, e in particolare nel VCO, che sta mettendo in grosse difficoltà buona parte della popolazione. Non è accettabile che l’amministrazione comunale svolga semplicemente il ruolo di notaio delle procedure di chiusura definitiva della fabbrica e faccia trapelare indiscrezioni su ipotesi di trasformazione urbanistica che dovrebbero essere invece materia di discussione quanto meno del Consiglio Comunale.


Sappiamo benissimo che è molto improbabile che la proprietà cambi le proprie decisioni su pressione di una amministrazione comunale, pensiamo però che si debba discutere dell’opportunità di esprimere il sostegno delle amministrazioni ai lavoratori e alle imprese che decidono di voler credere nel proprio paese e nei propri concittadini anche reinvestendo quei capitali accumulati quando le condizioni erano tali da poterlo permettere; riteniamo assolutamente inaccettabile questo atteggiamento di timida difesa strizzando l’occhio alle proposte di sfruttamento immobiliare della proprietà.

giovedì 11 novembre 2010

Non c'è mica solo il palazzetto!

In questi ultimi giorni abbiamo sentito il dovere di presentare alcune interpellanze al nostro primo cittadino che, oltre a progettare ogni giorno nuove versioni del palazzetto e a controllare che i leghisti non escano da dietro il cespuglio, dovrebbe anche dare risposta a molte altre questioni che imporrebbero il suo impegno.
Di seguito il testo delle tre interpellanze partendo dal PRG che avevavano scherzosamente promesso in sei mesi:

I sottoscritti Consiglieri Comunali della Lista Civica “Insieme per Gravellona”,


1 - In riferimento al redigendo nuovo Piano Regolatore Generale comunale;

premesso che è stato più volte da voi espresso che il progetto preliminare è ormai pronto e sarà presto portato in Consiglio Comunale per l’approvazione;

ritenendo tale strumento di pianificazione urbanistica di notevole complessità e importanza, visto che riguarda l’intero territorio comunale, chiedono:

• per quale motivo non sono ancora state convocate le commissioni interessate per una analisi approfondita e dettagliata dei contenuti.

• In quale modo l’amministrazione intende confrontarsi con la popolazione dei diversi quartieri per presentare ed eventualmente condividere le scelte urbanistiche effettuate;

• Entro quale termine è prevista l’approvazione in Consiglio Comunale
Nella certezza che vorrete avere la maggior condivisione e trasparenza possibile su una questione di tale peso restiamo in attesa di una vostra risposta e avremo piacere di dibatterne nel prossimo Consiglio Comunale.

2 - La seconda è relativa alla galleria in costruzione su cui tutti contiamo affinchè venga  agevolata la circolazione:

In riferimento ai lavori di costruzione della galleria e del viadotto stradale che dovrebbe completare la circonvallazione di Omegna e Gravellona. Considerato che è stata più volte ribadita l’importanza strategica di questa opera di viabilità, che avrebbe la duplice valenza di garantire un più facile collegamento stradale fra il cusio e il verbano e al tempo stesso avrebbe il merito di alleggerire notevolmente il traffico di attraversamento del centro di Gravellona.


Constatato che i lavori risultano tuttora fermi nonostante siano ormai trascorsi molti mesi dal tragico incidente sul lavoro che ha doverosamente imposto la revisione delle procedure di sicurezza sul cantiere al fine di evitare ulteriori incidenti.

Alla luce di queste premesse si intende conoscere:

• Quale sia il nuovo cronoprogramma dei lavori e in particolare quali saranno le date di ripresa e di fine lavori;

• In caso non siano note cosa intende fare l’amministrazione di Gravellona, che è sicuramente la più direttamente interessata a tale opera, per sollecitarne il completamento;

• Come si intende eventualmente coinvolgere altri enti locali affinché facendo sistema territoriale si riesca ad avere un’efficacia maggiore nella ricerca del risultato che andrebbe a vantaggio di tutta la conurbazione Omegna-Gravellona-Verbania
Nella certezza che farete qualcosa di concreto al più presto restiamo in attesa di una vostra risposta nel prossimo Consiglio Comunale.

La terza riguarda alcuni disguidi riguardo alla ricezione televisiva:

in seguito alle segnalazioni di numerosi cittadini che lamentano la mancanza totale o parziale di segnale TV, con conseguente impossibilità di vedere buon parte dei canali solitamente disponibili, e accertato che tale disfunzione risale anche al periodo antecedente all’entrata in funzione esclusiva del segnale digitale, chiedono cosa intende fare l’amministrazione per ovviare a tale disagio.


Oltre alla soluzione del problema si attende una risposta nel prossimo Consiglio Comunale.

lunedì 8 novembre 2010

PISCINE: ADESSO INIZIANO I PROBLEMI !


Dando al Responsabile Unico del Procedimento (RUP) del costruendo Palazzetto dello Sport il mandato di contrattare la rescissione del contratto d'appalto, l'Amministrazione Giro ha fatto un errore gravissimo.
La stampa in questi giorni ha parlato erroneamente di “sipario che cala sulle piscine”, il bello arriva adesso. Ora inizia la trattativa con la ditta a cui si chiede di abbandonare l'appalto, ad un prezzo ragionevole (qualche centinaia di migliaia di euro!) senza completare l'opera finanziata dalla Regione.
Tutto ciò avviene in un clima di totale incertezza sul progetto alternativo, che è chiaro e definito solo nella testa del primo cittadino e che si vorrebbe solido per le lettere di buone intenzioni che fioccano da Provincia, Distretto dei laghi, Camera di Commercio, Lagomaggiore Conference.
E' giusto ribadire che quelle risorse sono state erogate dalla Regione per dotare il nostro territorio di una struttura sportiva per la popolazione e le società sportive e non di un Centro Congressi a favore di alcuni operatori professionali.
Sul sito internet di Lagomaggiore Conference si afferma che sul nostro territorio ci sono “113 sale congressuali per una disponibilità di circa 11.000 posti complessivi. La sala di massima capienza è di 1.200 posti”. La domanda che sorge spontanea è: serve un'altra sala congressi?
Arrivati a questo punto nella costruzione un'amministrazione responsabile non abbandona un progetto di queste dimensioni con il rischio di buttare risorse e inaugurare una stagione fatta di attese di nuovi progetti, nuovi finanziamenti, nuovi appalti che rischiano di decretarne il blocco totale.
Convinti del fatto che si stia procurando un grave danno ai cittadini che hanno tanto bisogno di nuovi servizi continuiamo nella nostra richiesta di referendum per conoscere il loro parere.

Per questo dal 5 al 25 novembre il Circolo cittadino del Partito Democratico ha fatto affiggere manifesti che invitano ancora una volta il Sindaco ad aprirsi ad un confronto con la città (allegato).




Il Coordinatore cittadino
Roberto Birocco

giovedì 4 novembre 2010

Cala il sipario?

Dopo aver letto l’articolo di apparso sull’Eco Risveglio di mercoledì 3 novembre non posso fare a meno di fare qualche precisazione. Innanzi tutto mi dispiace che per descrivere il mio intervento (che si può verificare integralmente qui sul blog) siano state utilizzate così poche battute e così poco chiare al punto da suscitare in molta gente il dubbio che io abbia voluto esprimere una certa condivisione su quella scelta. E’ ovvio che non è così. Detto questo vorrei sottolineare che anche il sottotitolo in cui si dice che “è calato il sipario” è totalmente fuorviante poiché è proprio adesso che, ammesso che trovino l’accordo con l’impresa che deve lasciare l’appalto, inizia la nuova progettazione e il successivo nuovo appalto dei lavori senza che nessuno abbia la minima idea di quanto costerà liquidare l’impresa, dei tempi che serviranno ad appaltare e completare l’opera e soprattutto di chi e con quali risorse dovrà gestire un centro congressi che nessuno vuole. Abbiamo chiesto legittimamente di sottoporre ad un referendum la scelta fra le piscine e il centro congressi e il sindaco, con la sua giunta dei teletubbies, hanno insabbiato tutto.


In tutto questo tempo non c’è stato mai nessuno, né a livello provinciale né a livello regionale, che si sia preso il minimo impegno sui futuri costi di gestione visto che il sindaco stesso ha ammesso che le piscine le farà un privato, probabilmente sapendo della loro autosostenibilità economica, mentre ha anche ammesso che un privato non farebbe mai un centro congressi a Gravellona per non doversene assumere i costi che quindi ricadrebbero totalmente sull’ente pubblico proprietario della struttura (e cioè il comune di Gravellona Toce). Capisco la loro difficoltà e il loro senso di solitudine ma questo non li autorizza a fare un danno alla comunità. Non è calato nessun sipario, è lo spettacolo che è sempre più deludente.