Powered By Blogger

giovedì 28 novembre 2013

Attualissimo

Robert Kennedy fu ministro della Giustizia durante la presidenza del fratello John, di cui si è commemorato il 50° dalla morte il 22 novembre, si candidò alle presidenziali del 1968 dopo aver vinto le primarie del Partito Democratico.


Quarantacinque anni fa, il 18 marzo 1968, Robert Kennedy tenne un discorso alla Kansas University sulla reale ricchezza delle Nazioni e sul PIL.

Tre mesi dopo fu assassinato.

Cos’è il PIL, il Prodotto Interno Lordo? Il misuratore della crescita della società? La trasformazione in denaro, un concetto astratto, della nostra salute, del nostro tempo, dell’ambiente? Nessuno ha mai calcolato il COSTO del PIL. I danni dei capannoni vuoti, delle merci inutili, dei camion che girano vuoti come insetti impazziti, della distruzione del pianeta. Nessuno ha mai stimato il valore del tempo perduto per le code, per gli anni sprecati a lavorare per produrre oggetti inutili. Per gli anni buttati per comprare oggetti inutili creati dalla pubblicità. Il tempo, la Terra, la vita, la famiglia (gli unici importanti) sono concetti troppo semplici per il PIL. Un mostro che divora il mondo. Lo mangia e lo accumula. Lo digerisce e lo trasforma in nulla. L’equazione PIL = ricchezza è un incantesimo. I prodotti inutili non diventano utili perché qualcuno li compra.

“Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato

quando l'ultimo albero sarà abbattuto

quando l'ultimo animale sarà ucciso

solo allora capirete che il denaro non si mangia."

Profezia Creek.



Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas:

"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ ammassare senza fine beni terreni.

Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).

Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.

Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.

Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."

venerdì 22 novembre 2013

Prima si studia, e poi si decide.


A quanto pare i pochi mesi che mancano alla fine di questo mandato l'amministrazione Giro li vuole spendere adottando atti che avranno effetti anche sugli anni successivi. Non voglio dubitare che lo facciano in buona fede per garantire l'interesse comune anche nella sventurata, per loro, ipotesi che non dovessero essere di nuovo loro ad amministrare, ma considerando certe scelte che hanno fatto in questi anni avrei qualche microscopico dubbio sugli effettivi vantaggi che una loro decisione potrebbe avere. In questi giorni è già circolata la voce che la minoranza possa essere d'accordo, riguardo all'ipotesi di unificare il servizio di polizia municipale con gli altri aderenti  all'unione di comuni (Casale C.C., Baveno e Omegna), ma siccome la minoranza non è stata coinvolta in alcuna discussione in merito, ci sentiamo in dovere inannzi tutto di puntualizzare  che noi, in quanto parte della minoranza, non possiamo dire né si né no a proposito di un argomento per il quale non abbiamo avuto modo di informarci adeguatamente su quelle che sarebbero le intenzioni della giunta gravellonese; inoltre pensiamo che, tanto su questa ipotesi quanto su qualsiasi altra questione, qualsiasi decisione che comporti effetti sugli anni a venire non dovrebbe essere presa quando mancano pochi mesi alle elezioni e qualora fosse necessario adottare obbligatoriamente qualche provvedimento andrebbe assunto almeno a larghissima maggioranza altrimenti andrebbe rinviato. Un atteggiamento di tipo diverso sarebbe non solo poco corretto ma sarebbe anche portatore di forti sospetti sulle reali intenzioni di chi dovesse rendersene protagonista.
Per questi motivi abbiamo presentato un'interpellanza affinchè ci vengano fornite tutte le informazioni necessarie a valutare una decisione strategica come quella che potrebbe essere l'unificazione del servizio di polizia municipale con altri comuni. 



GRUPPO "INSIEME PER GRAVELLONA"

Al Sig. Sindaco del Comune di GRAVELLONA TOCE

Oggetto: Interpellanza ai sensi dell’art. 21 del Regolamento del C.C.

UNIONE DI COMUNI – POLIZIA MUNICIPALE
I sottoscritti Consiglieri Comunali della Lista Civica “Insieme per Gravellona”,

considerato che è stata approvata dal Consiglio Comunale l’adesione all’Unione dei Comuni; che successivamente a tale atto non c’è mai stata nessuna occasione istituzionale di discussione relativamente alle opportunità e alle possibili criticità che tale adesione potrebbe comportare;
considerato inoltre che è stata verbalmente accennata l’ipotesi di costituire una prima forma di servizio associato per quanto riguarda la polizia municipale
CHIEDONO
in quale modo l’amministrazione intende costituire questo tipo di servizio associato e precisamente:

• Quali comuni aderirebbero?

• Quali sarebbero le modalità di organizzazione del servizio?

• Quali sarebbero i vantaggi funzionali ed economici?
Sicuri della Vostra comprensione riguardo all’importanza di analizzare bene tutti gli aspetti legati a tale possibilità restiamo in attesa che questa interpellanza sia messa all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, unitamente ai nostri cordiali saluti.
22-novembre 2013

I Consiglieri Comunali

Anna Di Titta

Ernesto Meazza

Giovanni Morandi

giovedì 14 novembre 2013

Ahinoi la TARES!

Questa amministrazione ha fatto un sacco di pasticci ma addebitargli totalmente la responsabilità della batosta che arriverà con la TARES sarebbe ingiusto; stavolta il pasticcio l’hanno fatto direttamente i governi che si sono succeduti in questi ultimi anni. Oltre ad essere un’imposta che farà sborsare qualche soldo in più alle famiglie, (da un minimo di un + 7% per i nuclei familiari meno numerosi a un + 15% per quelli più numerosi) e tanti soldi in più ad alcune categorie di utenze non domestiche (oltre il 200% di aumento per alcune attività commerciali), porta con sé anche un messaggio davvero poco costruttivo rispetto agli sforzi che si sono fatti in questi anni per rendere più virtuosa la gestione complessiva del ciclo dei rifiuti. Purtroppo i legislatori hanno deciso di usare l’imposizione fiscale collegata alla gestione dei rifiuti per far rientrare dalla finestra quell’IMU che hanno pomposamente fatto uscire dalla porta e così, oltre a sborsare più soldi, tutti saranno sempre meno propensi ad accettare l’idea che sforzarsi di produrre meno rifiuti e differenziare bene serva davvero a risparmiare. Il concetto della TARES, che si nasconde dietro al principio sacrosanto del “più inquini più paghi”, in realtà si concretizza nel ben più patrimoniale concetto che basa il calcolo dell’importo da versare sui metri quadrati, per i quali si dovranno pagare 30 centesimi al metro quadrato direttamente allo stato, e su una serie di dati “deduttivi” che fanno ipotizzare la produzione di rifiuti sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare o in alternativa, per le utenze non domestiche, sulla base di coefficienti attribuiti alle diverse attività suddivise per categorie merceologiche da cui nascono in qualche caso cifre molto alte. E’ ovvio che sarebbe molto costoso e complicato andare a verificare puntualmente e fisicamente la produzione di rifiuti di ciascuno, e sarebbe anche possibile causa di comportamenti bizzarri volti a “nascondere” l’effettiva produzione oggetto di imposta, basti pensare a quei bizzarri che già ora pur sapendo che non si paga il conferimento degli ingombranti in discarica, temendo future imposizioni di pagamento, continuano ad arredare le campagne e i boschi con mobili, elettrodomestici e qualsiasi cosa decidano di rottamare. Questo geniale pasticcio dei governi ha ottenuto quindi anche l’effetto di indurre alcuni amministratori, nel tentativo di ergersi a paladini del cittadino, a pensare che allora sarebbe il caso di tornare al concetto della vecchia TARSU, che in pratica consentiva ai comuni di coprire quota parte del costo del servizio con risorse di bilancio e rinunciando al concetto di tariffa che prevede la copertura integrale dei costi con il gettito diretto, spalancando però le porte al problema che nel bilancio del Comune di Gravellona non ci sono risorse disponibili per eventualmente seguire questa possibile scelta. In realtà per Gravellona non sarebbe nemmeno possibile per il fatto che la legge afferma che questa possibilità è limitata a quei comuni che erano a TARSU mentre Gravellona era diligentemente passata a TIA già nel 2005; ciò non toglie che il bilancio è in condizioni così tragiche per almeno 2 motivi: i tagli dei governi e molte scelte fatte dall’amministrazione che pesano e peseranno su numerosi esercizi contabili.


Per la cronaca va detto che ieri sera la discussione su questo tema ha messo in scena alcune ottime performance, come non se ne vedevano da tempo; saranno prove tecniche di campagna elettorale, saranno mal di pancia da timore di possibile esclusione da spettacoli futuri o forse sarà stato solo il fato ma alla fine qualcuno si è talmente calato nella recitazione che probabilmente ha iniziato a crederci davvero al punto che la barriera della pazienza è crollata e sono scattati anche i pugni sui tavoli. Al momento della votazione noi ci siamo generosamente astenuti e abbiamo assistito al voto contrario di un consigliere di maggioranza.

Sul tema generale del ciclo dei rifiuti  personalmente resto sempre della mia idea che voglio così sintetizzare (per l’ennesima volta): adozione di comportamenti che riducano la produzione di rifiuti - raccolta differenziata spinta – valorizzazione di tutte le frazioni differenziate – trattamento meccanico a freddo della frazione residuale.