Mentre si adopera giorno per
giorno tutta la saggezza e la diligenza del buon padre famiglia, per non fare
passi falsi che compromettano una situazione già difficile, e mentre si cercano
di perseguire con tutta la determinazione
possibile quei risultati che sono assolutamente doverosi per i propri
concittadini, credo che sia ancora
lecito sognare quello che sarebbe lo
scenario ideale che vorrei lasciarmi alle spalle al termine del mio mandato
qualora avessi il privilegio di diventare sindaco del mio paese.
Vorrei lasciare un luogo dove le
piazze sono piazze e non sono parcheggi, dove le persone si spostano
comodamente a piedi e in bicicletta su percorsi sicuri, dove sulle vetrine dei
negozi non ci sono cartelli con scritto “affittasi” ma ci sono ferventi
attività e dai centri commerciali ci siano persone che si sentano attratte
dalle innumerevoli iniziative che si susseguono in tutte le zone della città.
Dove le strade sono pulite, i
tetti producono energia e non liberano fibre di amianto, i parchi sono
collegati da piste ciclabili e sono ricchi di specie botaniche e giochi
costruiti con materiali riciclati; dove il piano di azione locale per il clima
sta trasformando radicalmente il patrimonio immobiliare sia pubblico sia
privato.
Vorrei lasciare ai miei
successori un luogo dove le opere pubbliche sono completate e non lasciate a
metà per capricci politici, dove c’è una cittadella dello sport dove oltre alle
più svariate attività sportive, che tutti possono praticare ciascuno al suo
livello, si sommano molteplici attività sociali, culturali e ricreative che ne
permettono nell’insieme la sostenibilità economica.
Un paese con una scuola nuova
con una vera palestra, una mensa con la cucina che utilizza prodotti del
territorio, con tutte le strutture che gli permettono non solo di essere il
luogo dell’istruzione dei bambini in età scolare ma che la rendono anche uno
dei luoghi dove la comunità soddisfa moltissimi dei suoi bisogni, corsi per
adulti, eventi e scambi culturali con altre comunità, laboratori dove la
creatività dei giovani e non solo può manifestarsi nelle più diverse espressioni.
Una città dove i servizi alle
persone, ai bambini, agli adulti e agli anziani siano di qualità eccellente e
accessibili a tutti, anche a coloro che hanno scarse risorse. Vorrei andarmene
sapendo che le grandi decisioni sono state prese consultando tutti i diretti
interessati, dove prima si consultano le persone e poi si fanno le delibere e
non il contrario.
Una città dove valorizzare il
patrimonio comunale non significa venderlo ma significa ristrutturarlo e
utilizzarlo, dove chi
vuole aprire un’attività virtuosa abbia trovato nell’amministrazione comunale
il primo partner di lavoro e il primo sostegno e incoraggiamento morale e
concreto per il suo progetto e dove la vera crescita sia arrivata grazie allo sviluppo di un economia pulita e solidale.
Vorrei lasciare un territorio comunale dove il paesaggio sia veramente il luogo della cultura di chi ci vive e racconti i secoli di storia che abbiamo alle spalle facendo onore al ricordo di coloro che per secoli hanno lavorato la terra, i boschi, la pietra e con la loro fatica si sono guadagnati da vivere senza compromettere nulla in modo definitivo ma solo prendendolo a prestito per lasciarlo intatto a noi.
Vorrei lasciare una comunità in
cui tutti hanno ritrovato quel senso di appartenenza che fa si che nessuno si
possa mai sentire solo e dove il ricordo del sindaco sia di un uomo che eticamente
è stato il primo cittadino nel senso dei doveri e un cittadino qualunque nel
senso dei diritti.
Forse è solo davvero un
sogno pensare di poter fare tutte queste cose nel corso dei prossimi 5 o 10
anni e forse si riusciranno a fare solo una piccola parte di queste e tante
altre cose che da anni osservo, leggo, visito e studio per la mia città e forse
sono anni che faccio un sogno impossibile; però sono sicuro di una cosa: se, così
come questo sogno è condiviso dalle persone con cui ho l’onore di presentarmi
alle elezioni, sarà condiviso anche da
molti altri gravellonesi, nel corso di questi anni forse non si faranno tutte
le opere materiali immaginate, ma si faranno certamente giganteschi passi
avanti nella direzione di poterle fare e si sarà riconquistato quel senso di
appartenenza ad una comunità, quella consapevolezza di un destino comune che
solo se uniti possiamo indirizzare verso
l’obiettivo di una vita onesta e generosa in cui le coscienze, sia atee sia
cristiane, possano rispecchiarsi senza vergogna.
Buona
Pasqua a tutti.
Beh e' lecito a tutti di sognare e credo che chi ha in mente un sogno debba spendere il suo tempo per farlo diventare realta'. Io faccio un semplice calcolo matematico ( 12 persone insieme a te , Gianni possono contare 5 oppure 10 anni da dedicare a Gravellona) per cui sono 120 /130 anni di tempo a disposizione per realizzare il SOGNO.....Forza e mi piace il senso di appartenenza ad una comunita' e l'unita' con cui bisognera' realizzare l'obiettivo di una vita onestae generosa. Ubaldo
RispondiEliminaa parte che con il verbo volere, qualche "congiuntivo" in più al posto dell'indicativo forse rendeva il tutto più fluido :-)
RispondiEliminadirei che non si possa che concordare su tutto quanto esposto
ma rimane sempre il problema delle risorse: molti di questi sogni (non tutti forse) costano ed alcuni costano anche parecchio !
speriamo almeno che un ricambio d'aria sia stimolante almeno per le iniziative a costo zero
in bocca al lupo !
L'erba voglio non si trova nemmeno nel giardino del re. Questo è quanto mi dicevano i miei nonni e genitori quando ero piccolo.
RispondiEliminaA parte questa battuta ...... è da prendere come battuta, caro Gianni occorre essere un poco realisti ed accontentarci di riuscire fare quello che le forze economiche e finanziarie del paese consentono di fare. Di cattedrali nel deserto le hanno già fatte, ora occorre cercare di sistemare alla meglio i danni fatti.
Per il paese basterebbe mantenere in ordine ed efficienza quello che si ha, vedi strade dissestate, pozze di acqua quando piove da lavaggio pedoni, viabilità stradale e pedonale, marciapiedi dissestati, pulizia urbana delle strade e in special modo aree verdi e parchi giochi, manutenzione arredo urbano, illuminazione pubblica, far rispettare le ordinanze altrimenti è inutile farle (taglio del verde che sporge dalle proprietà private sul suolo pubblico): Queste sono alcune delle cose che i cittadini osservano maggiormente tutti i giorni, non occorre fare grandi progetti.
Il segreto delle grandi cose sono tante piccole cose messe assieme.
Inoltre il personale dipendente occorre che si esprima con maggior professionalità, responsabilità e sensibilità, qualità piuttosto carenti.
Auguri buona campagna elettorale. Hai il sostegno di buona parte dei cittadini.