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giovedì 14 novembre 2013

Ahinoi la TARES!

Questa amministrazione ha fatto un sacco di pasticci ma addebitargli totalmente la responsabilità della batosta che arriverà con la TARES sarebbe ingiusto; stavolta il pasticcio l’hanno fatto direttamente i governi che si sono succeduti in questi ultimi anni. Oltre ad essere un’imposta che farà sborsare qualche soldo in più alle famiglie, (da un minimo di un + 7% per i nuclei familiari meno numerosi a un + 15% per quelli più numerosi) e tanti soldi in più ad alcune categorie di utenze non domestiche (oltre il 200% di aumento per alcune attività commerciali), porta con sé anche un messaggio davvero poco costruttivo rispetto agli sforzi che si sono fatti in questi anni per rendere più virtuosa la gestione complessiva del ciclo dei rifiuti. Purtroppo i legislatori hanno deciso di usare l’imposizione fiscale collegata alla gestione dei rifiuti per far rientrare dalla finestra quell’IMU che hanno pomposamente fatto uscire dalla porta e così, oltre a sborsare più soldi, tutti saranno sempre meno propensi ad accettare l’idea che sforzarsi di produrre meno rifiuti e differenziare bene serva davvero a risparmiare. Il concetto della TARES, che si nasconde dietro al principio sacrosanto del “più inquini più paghi”, in realtà si concretizza nel ben più patrimoniale concetto che basa il calcolo dell’importo da versare sui metri quadrati, per i quali si dovranno pagare 30 centesimi al metro quadrato direttamente allo stato, e su una serie di dati “deduttivi” che fanno ipotizzare la produzione di rifiuti sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare o in alternativa, per le utenze non domestiche, sulla base di coefficienti attribuiti alle diverse attività suddivise per categorie merceologiche da cui nascono in qualche caso cifre molto alte. E’ ovvio che sarebbe molto costoso e complicato andare a verificare puntualmente e fisicamente la produzione di rifiuti di ciascuno, e sarebbe anche possibile causa di comportamenti bizzarri volti a “nascondere” l’effettiva produzione oggetto di imposta, basti pensare a quei bizzarri che già ora pur sapendo che non si paga il conferimento degli ingombranti in discarica, temendo future imposizioni di pagamento, continuano ad arredare le campagne e i boschi con mobili, elettrodomestici e qualsiasi cosa decidano di rottamare. Questo geniale pasticcio dei governi ha ottenuto quindi anche l’effetto di indurre alcuni amministratori, nel tentativo di ergersi a paladini del cittadino, a pensare che allora sarebbe il caso di tornare al concetto della vecchia TARSU, che in pratica consentiva ai comuni di coprire quota parte del costo del servizio con risorse di bilancio e rinunciando al concetto di tariffa che prevede la copertura integrale dei costi con il gettito diretto, spalancando però le porte al problema che nel bilancio del Comune di Gravellona non ci sono risorse disponibili per eventualmente seguire questa possibile scelta. In realtà per Gravellona non sarebbe nemmeno possibile per il fatto che la legge afferma che questa possibilità è limitata a quei comuni che erano a TARSU mentre Gravellona era diligentemente passata a TIA già nel 2005; ciò non toglie che il bilancio è in condizioni così tragiche per almeno 2 motivi: i tagli dei governi e molte scelte fatte dall’amministrazione che pesano e peseranno su numerosi esercizi contabili.


Per la cronaca va detto che ieri sera la discussione su questo tema ha messo in scena alcune ottime performance, come non se ne vedevano da tempo; saranno prove tecniche di campagna elettorale, saranno mal di pancia da timore di possibile esclusione da spettacoli futuri o forse sarà stato solo il fato ma alla fine qualcuno si è talmente calato nella recitazione che probabilmente ha iniziato a crederci davvero al punto che la barriera della pazienza è crollata e sono scattati anche i pugni sui tavoli. Al momento della votazione noi ci siamo generosamente astenuti e abbiamo assistito al voto contrario di un consigliere di maggioranza.

Sul tema generale del ciclo dei rifiuti  personalmente resto sempre della mia idea che voglio così sintetizzare (per l’ennesima volta): adozione di comportamenti che riducano la produzione di rifiuti - raccolta differenziata spinta – valorizzazione di tutte le frazioni differenziate – trattamento meccanico a freddo della frazione residuale.

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