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mercoledì 19 dicembre 2012

Che primarie ci dobbiamo aspettare?


Il 29 dicembre tutti gli iscritti al Partito Democratico e coloro che hanno votato alle primarie del centrosinistra saranno chiamati ad una nuova tornata elettorale; questa volta si tratterà di selezionare coloro che saranno inseriti nella lista di candidati al parlamento con una buona probabilità che almeno uno venga effettivamente eletto. Le primarie appena svolte, in cui è stato eletto Bersani alla guida delle coalizione di centro sinistra, hanno dato dei segnali molto chiari: c’è una grande capacità organizzativa e di impegno da parte dei volontari, c’è una grande voglia di partecipazione da parte di molta gente che va ben oltre i militanti e soprattutto c’è una grande voglia di cambiamento e di innovazione, testimoniata anche dal gran numero di voti che sono andati a Matteo Renzi che si è presentato dichiarando apertamente la sua volontà di rinnovare radicalmente sia la politica sia i politici. Che tipo di primarie ci dobbiamo aspettare adesso per la scelta di coloro che saranno chiamati a formare il nuovo parlamento che dovrà necessariamente mettersi al lavoro per fare tutte quelle riforme dello stato in cui tutti sperano, a partire dalle riforme istituzionali con l’eliminazione di sprechi e privilegi? Che tipo di primarie ci dobbiamo aspettare per essere coerenti a quel tentativo di auto rinnovamento che il partito si è dato e che tanta aspettativa ha creato in moltissimi elettori?


Sappiamo che questo sistema elettorale è fatto in una maniera tale che, per gli addetti ai lavori, la composizione del parlamento sarà già quasi certa non nel momento in cui saranno scrutinate le schede ma già nel momento in cui saranno depositate le liste bloccate del porcellum per cui si capisce bene quanto sia importante l’accaparramento dei posti in lista nei vari collegi. Il movimento 5 stelle ha fatto una sorta di primarie on line per la definizione delle liste e ad oggi ha già le liste complete e sta raccogliendo le firme per poterle presentare, nonostante qualche perplessità sui meccanismi di voto on line e sulle modalità di attribuzione dei posti in lista possiamo dire che per lo meno hanno dato un segnale di restituzione di sovranità popolare a differenza di tutti gli altri partiti che, come nelle edizioni precedenti, lasceranno che a decidere i candidati eleggibili siano le segreterie o in qualche caso il solito comandante in capo assoluto che deciderà in piena autonomia. Con le primarie del 29 dicembre noi avremmo l’ambizione di selezionare democraticamente circa il 90% dei candidati (si è deciso di lasciare un 10% nella discrezione del segretario che cercherà di inserire personalità di rilievo dalla società civile) garantendo una equa ripartizione fra uomini e donne. Pare che in base al regolamento nella nostra provincia saranno ammessi ad essere sottoposti al voto del 29 dicembre soltanto 3 candidati per cui, se coloro che hanno raccolto le firme necessarie alla presentazione della candidatura, fossero più di 3 sarà compito dell’assemblea provinciale (60 iscritti in rappresentanza di tutti i circoli territoriali) selezionare 3 nomi ed escludere eventuali altri. E non sarà facile. Non sarà facile poiché si dovrà trovare la sintesi fra diversi aspetti: l’equa ripartizione fra uomini e donne (l’assemblea potrà eventualmente derogare al limite dei 3 nomi e portando almeno a 4 il numero totale sarebbe sicuramente più equo), una risposta che soddisfi in pieno il richiamo ad un vero rinnovamento, la ricerca di candidati che catalizzino il maggior numero di voti possibile alle elezioni politiche e non solo alle primarie e una giusta dose di esperienza che comunque è utile per entrare nel tritacarne della politica romana. Quali nomi dobbiamo aspettarci perché siano soddisfatti questi requisiti che potrebbero anche sembrare contrastanti fra loro? Un nome poco conosciuto e con un buon curriculum potrebbe soddisfare l’esigenza di rinnovamento ma mancherebbe di esperienza e notorietà; allora meglio un nome noto e di grande esperienza, ma come la mettiamo con il rinnovamento? Cosa ci dobbiamo aspettare allora? E se dopo che avremo messo di nuovo in moto la grande macchina organizzativa che, grazie a centinaia di volontari, permette l’ennesima dimostrazione di serietà nell’impegno dei democratici dovessimo arrivare a selezionare le stesse persone che sarebbero state selezionate dalle segreterie regionali e nazionali cosa dovremmo intuire, che in fondo le segreterie hanno sempre ragione (allora viva il porcellum)? Oppure dovremmo intuire che siamo tutti bravi a evocare il cambiamento ma poi, nei fatti, non siamo capaci di costruire e sostenere alternative al pacchetto preconfezionato. Resta poi da scoprire se l’elettorato che partecipa alle nostre primarie sia un campione rappresentativo dell’elettorato italiano nel suo complesso; se così non fosse potrebbe succedere che quel cambiamento che noi siamo bravi ad evocare ma fatichiamo a realizzare, gli elettori italiani magari lo faranno in altro modo votando un altro partito. I giochi non sono ancora fatti ma il tempo stringe e qualche giocatore si è già portato avanti, che primarie ci dobbiamo aspettare?
Bisogna avere le idee chiare!



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