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giovedì 29 aprile 2010

FRATELLI D'ITALIA ?

Ieri sera al termine del Consiglio comunale il Sindaco Giro ha espresso l'intenzione, da ora in avanti, di aprire e chiudere la riunione dei consigli con l'esecuzione dell'Inno d'Italia. L'annuncio è avvenuto a sorpresa, in modo un po' sornione e soft , con lo stile di un pianista di piano bar che annuncia l'ultimo pezzo mentre la sala si svuota. Ma il pezzo in questione non era "Sapore di sale" per cui tutti i presenti, anche quelli che stavano infilando la porta, con un po' di imbarazzo sono stati bloccati dal dovere patriottico di ascoltare le note di Goffredo Mameli sull'attenti e con lo sguardo fiero in avanti. Ognuno si è scelto un punto nella stanza da fissare per qualche secondo. Io che ero già uscito dalla sala, mi sono fermato nell'atrio e mentre ascoltavo le note che mi riportano alla mente, data la mia tenera età, più ricordi calcistici che altro, ho pensato ai consiglieri leghisti (Calefato, Labriola e Magistris) che dietro quel muro stavano soffrendo perché costretti ad ascoltare l'inno dello Stato invasore dal quale la Lega nel week-end cerca di liberarsi e il lunedì è costretta a servire su quelle comode poltrone rosse fino alla fine del mese (quando lo Stato canaglia paga lo stipendio). Bravo Giro proprio un bello scherzetto ! O forse era stato deciso tutto in una riunione di maggioranza ? In questo caso i cittadini gravellonesi possono stare tranquilli: qui la maggioranza non si lascia influenzare dai venti "divisori" che provengono da Roma e tira diritto. Ma dove va ?

Fratelli d'Italia,
L'Italia s'è desta;
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma;
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,

Noi fummo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme;
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,

Uniamoci, amiamoci;
L'unione e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore.
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti con Dio,
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,

Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò

Unanimità, basterà?

Dopo 2 rinvii negli ultimi 2 Consigli Comunali, ieri sera è stato votato l’ordine del giorno che avevamo presentato per difendere la gestione pubblica dell’acqua senza che si debba correre il rischio che diventi oggetto di speculazione da parte di qualcuno. Abbiamo concordato alcune piccole correzioni espressive ma nella sostanza il principio è stato riconosciuto e c’è stata una votazione unanime a favore dell’approvazione. Ovviamente questo non significa nulla dal punto di vista pratico ma è sicuramente un buon punto di partenza per i passi successivi che si dovranno fare per spingere il parlamento a modificare il decreto Ronchi.


Personalmente io ritengo che ancora manchi il coraggio di affermare che anche la gestione, e non solo la proprietà, dell'acqua deve rimanere sotto stretto controllo pubblico, con società pubbliche. Io ritengo che in nessun caso sia opportuno affidare dei servizi pubblici che di fatto sono dei veri e propri monopoli (acqua, rifiuti, autostrade, reti telefoniche ecc.) a dei soggetti privati che per loro natura ne sfruttano la posizione di vantaggio strategico per trarne profitto a scapito degli utenti che si trovano poi sistematicamente nella condizione di subirne gli aumenti tariffari senza vedere migliorare la qualità dei servizi. Seppur con limiti e difetti gli enti pubblici non devono abdicare la loro funzione di erogatori di servizi in modo efficiente ed economico.

Di seguito pubblico il testo dell’ordine del giorno approvato all’unanimità:

PREMESSO



Che l’acqua è fonte di vita e costituisce pertanto un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti e non può essere proprietà di nessuno;

Che il parlamento italiano Giovedì 19 novembre 2009 ha approvato la conversione in legge del DL 25 settembre 2009, n. 135 "Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”;

Che questa norma prevede che il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria a favore di imprenditori o di società mediante procedure competitive ad evidenza pubblica;

Che questo provvedimento apre di fatto la strada all’affidamento esclusivo ai privati della gestione del servizio idrico facendo diventare l’acqua un business e non un bene primario da garantire alle popolazioni;

Che il Parlamento Europeo ha preso posizione a favore del riconoscimento dell'acqua come diritto umano e bene comune;

Che la privatizzazione del servizio, se non altro per il semplice motivo che i privati gestiscono un servizio per ottenere legittimamente un profitto, rischia di portare agli utenti un ulteriore aggravio dei costi e delle bollette.



CONSIDERATA

La peculiarità economica, sociale, ambientale e geomorfologica della provincia del Vco e in particolare la sua specificità montana;



Il consiglio comunale di Gravellona Toce



Esprime preoccupazione per le recenti legiferazioni in materia e le possibili implicazioni economiche e sociali per il territorio e i cittadini.

Sancisce con forza il principio della proprietà pubblica delle acque, siano esse superficiali o sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, in quanto costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà, e che la gestione del servizio idrico integrato non debba mai essere sottoposto all’obbligo di affidamento a società privatistiche;

Si impegna a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per il mantenimento sotto controllo pubblico del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza anche attraverso azioni di informazione alla cittadinanza.

Chiede alla Provincia del Verbano Cusio Ossola di adoperarsi in tutte le sedi per perseguire la soluzione di un affidamento in deroga ai sensi dell’art. 15 comma 3 del decreto 135/09.

martedì 27 aprile 2010

Senza tregua

Facendo seguito al post in cui avevamo pubblicato l'ultima l'interpellanza presentata, possiamo ora rendere nota anche la risposta che ci è stata anticipata per iscritto.
Alla semplice domanda con cui si intendeva sapere sulla base di quale progetto ha lavorato, e sta lavorando l’impresa esecutrice dei lavori, la risposta che ci viene fornita è che è tuttora in esecuzione il progetto originariamente approvato e appaltato dalla precedente amministrazione. Dopo circa 10 mesi dalle elezioni, nonostante le ripetute dichiarazioni di grande attivismo per la modifica del progetto, abbiamo la conferma che in realtà nulla è cambiato e il tanto criticato progetto, comprendente le piscine, è tuttora in esecuzione. Potrebbe anche essere una buona notizia se non fosse che contemporaneamente scopriamo che la variante al progetto, proposta dal Direttore Lavori e progettista nel mese di maggio scorso e dalla vecchia giunta approvata, che si poneva l’obiettivo di arrivare al completamento e all’apertura al pubblico della parte relativa alle piscine nel giro di una anno, è stata tenuta in una sorta di stand by dall’impresa e dall’amministrazione stessa per tutto questo tempo ed ora sembra che i lavori siano finiti in un vicolo cieco senza che né il Direttore Lavori né il RUP abbiano in qualche modo chiarito come si debba procedere. Purtroppo ci rendiamo conto che tutte le figure tecniche protagoniste di questa opera siano ormai fortemente confuse dall’atteggiamento dell’amministrazione che continua a contraddirsi e a temporeggiare nella speranza che arrivi qualcuno con una manciata di milioni di euro a risolvere ogni problema.


Dalla risposta sembrerebbe che la variante del maggio scorso sarebbe inapplicabile poiché non migliorativa e non a costo zero per l’amministrazione, per cui ora il Direttore Lavori che l’aveva proposta anche come metodo di soluzione di alcune difficoltà con l’impresa si troverà ora con alcuni nodi irrisolti che non vorremmo mai si traducessero in una richiesta danni da parte dell’impresa; tuttavia la paura più grande è che questa intenzione di cambiare completamente il progetto, facendone uno nuovo che preveda l’eliminazione delle piscine per far spazio ad un’area congressuale, si traducesse in un duplice disastro: economico e funzionale. Sarebbe un disastro economico per i maggiori costi per liquidare l’impresa, affidare la nuova progettazione, fare il nuovo progetto e il nuovo appalto ma soprattutto sarebbe un disastro funzionale visto che un impianto senza le piscine perderebbe l’elemento che più interessa alla popolazione di Gravellona e dintorni, l’impianto con le piscine era altresì stato oggetto di una studio socio-economico che ne garantiva la sostenibilità economica, mentre le continue dichiarazioni dell’esatto contrario non sono mai state supportate da un analogo studio.  La nostra proposta è di pretendere dall'impresa la realizzazione del progetto originale e se fosse vero, come sembrerebbe dal parere dei tecnici, che vi siano delle carenze da imputare ad errori di progettazione saranno i progettisti a doversene assumere la responsabilità; in nessun caso si dovrà rinunciare alle piscine e sperperare risorse pubbliche per realizzare un nuovo progetto senza utilità diretta per la popolazione.

La scuola è solo un sogno?

                                   Nuovo edificio scuola elementare progettato dall'Arch. Giulio Balbo

Tra le scelte più infauste di cui può vantarsi il Sindaco Giro e la sua "squadra" in questi dieci mesi di amministrazione c'è quella di non costruire più il nuovo edificio della Scuola Elementare di Via Pattaroni. Il progetto voluto dall'Amministrazione Di Titta a detta del Sindaco era una "soluzione parziale e costosa". Intanto le promesse di dare alla città una scuola nuova tra due anni non hanno nessun riscontro nella realtà che sinteticamente è questa: nel bilancio 2010 recentemente approvato non sono presenti voci di spesa per la progettazione del nuovo polo scolastico (dato che il vecchio progetto redatto dall'Arch. Giulio Balbo è stato messo in un cassetto con grave spreco di denaro pubblico,più di 40.000,00 euro); non si è più discusso di dove dovrà sorgere il nuovo polo scolastico che dovrebbe raggruppare elementari e medie; sono previsti opere di manutenzione ordinaria e straordinaria molto costosi tra cui il cambio degli infissi e la costruzione di una scala di sicurezza interna sul prefabbricato del 1966 che presenta limiti strutturali evidenti ; non lo si dice a parole ma nei fatti probabilmente una generazione intera di studenti (dalla 1° alla 5°) dovrà formarsi in un edificio che non offrirà nessuna nuova opportunità. Giro e la sua squadra preferiscono metterci una pezza all'italiana, la scuola può aspettare e non è un buon motivo per indebitarsi. A corredo di queste brevi considerazioni pubblichiamo la relazione a firma dell'Arch. Giulio Balbo che illustra le ragioni che avevano portato l'amministrazione Di Titta a propendere per la demolizione del prefabbricato di Via Pattaroni e la costruzione ex-novo dell'edificio.
SCUOLA ELEMENTARE PIAZZA VITTORIO VENETO – GRAVELLONA TOCE
In tutta Europa si è sempre dato ampio spazio all’edilizia scolastica, perchè questa rappresenta il futuro, sia realizzando interventi innovativi al seguito di quello che è l’ effettivo progresso nel campo della società e dell’insegnamento, quindi essenzialmente strutture nuove flessibili ed adeguate allo scopo con possibilità di seguire nel tempo tutti i processi evolutivi.Nel nostro paese predomina l’utilizzo di edifici vetusti ed ancor peggio di strutture realizzate in periodi di emergenza, sovente di tipo prefabbricato, e prima dell’entrata in vigore di normative sull’ edilizia scolastica (D.M. 18/05/1975, Norme tecniche per l’edilizia scolastica e D.M. 26/08/1992, Norme di prevenzione incendi per l’ edilizia scolastica), quindi fabbricati carenti dal punto di vista normativo e di vita limitata nel tempo, oltre sovente alla mancata flessibilità, ed in molti casi con l’uso di materiali in seguito risultati nocivi (amianto, ecc.).
La scuola rappresenta il “futuro” della nuova società e quindi l’edilizia scolastica deve godere di tutte le attenzioni necessarie al suo miglior sviluppo ed alla sua sicurezza.
Quindi complessi dotati di tutti gli spazi e le attrezzature previsti dalle normative in edifici provvisti di ampia flessibilità e con elevati standard di sicurezza, oltre ad un ampio rispetto della normativa per disabili. Per cui un’Amministrazione che abbia a cuore lo sviluppo della società deve partire dalla scuola, settore prioritario che non può essere assolutamente penalizzato in quanto il danno si protrarrà nel tempo.
Il risparmio od il cattivo uso di finanziamenti in interventi non consoni né effettivamente migliorativi è da ritenersi assolutamente sbagliato in quanto questo è l’unico settore in cui non si può risparmiare sulla formazione e sulla sicurezza.
Oggi dalla scuola si richiede sempre più preparazione, utilizzo di moderne tecnologie e quindi anche necessità di nuovi ambienti, per cui lesinare finanziamenti alla scuola vuol dire mantenere in “arretrato” studenti che si troveranno presto inadeguati al mondo del lavoro.
Nel caso della Scuola elementare di Piazza Vittorio Veneto, in progetto erano stati previsti, per il miglioramento della qualità della vita, importanti i servizi quali la mensa scolastica, che era stata indicata anche con una cucina vera e propria per preparazione in loco di menu appositi dietologicamente sani e non solo cibi preconfezionati.
Così pure la nuova palestra faceva parte di quelle pertinenze di qualità previste per la scuola elementare, in sostanza si voleva dare alla scuola tutto il meglio possibile con un’ azione di recupero funzionale degli altri due corpi esistenti, considerando l’ottima posizione centrale dell’area con ridotti tempi di percorrenza necessari.
Il “prefabbricato” realizzato dalla Ditta IRCOM nel 1966 potrebbe far parte di quelle strutture apparentemente stabili, ma dove un’eventuale scossa di terremoto, ancorché modesta, potrebbe provocare crolli strutturali con grave pregiudizio per la sicurezza.
L’insicurezza di questi fabbricati è dovuta alla presenza di materiali scadenti, impiegati fino al 1970 nelle strutture, materiali che oggi, sulla base delle attuali norme tecniche sulle costruzioni, sarebbero assolutamente inaccettabili per la sicurezza di qualsiasi edificio.
La passata Amministrazione negli anni scorsi ha dedicato una grande attenzione a quelli che erano i problemi e le necessità della scuola e delle attrezzature per i bambini e per i giovani, in quanto essi rappresentano il nostro futuro ed ogni attenzione ad essi deve essere rivolta.
In particolare uno dei punti considerati con maggiore attenzione era stato quello della scuola elementare in Piazza Vittorio Veneto, complesso di edifici dei quali in parte su quelli più vecchi sono stati eseguiti interventi di adeguamento alle Norme di prevenzione incendi.
Su quello più recente, prefabbricato realizzato dalla Ditta IRCOM nel 1966, considerato il suo stato e inadeguatezza funzionale, ne era stata prevista la demolizione, in quanto non rispondente alle normative vigenti in materia di edilizia scolastica (D.M. 18/05/1975, Norme tecniche per l’edilizia scolastica e D.M. 26/08/1992, Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica), tanto meno alla normativa sismica.
L’edificio realizzato 43 anni fa, in momenti di profonda carenza normativa, non può più essere considerato adatto allo scopo sia perché è ormai vicino a quello che poteva essere la sua speranza di vita (50 anni) e sia perché un diffuso stato di degrado ne aggrava l’insicurezza e ne rendeva antieconomico il recupero.
Ad una semplice occhiata il fabbricato denota chiaramente la sua inadeguatezza, sia dal punto di vista statico, che di prevenzione incendi che funzionale.
Mentre per giustificarne il recupero è stata redatta una perizia, che ne attesta comunque l’inadeguatezza sismica, citando comunque che non si sono potuti effettuare accertamenti sulle fondazioni e su altre parti non accessibili. Alcuni interventi potrebbero migliorare la staticità del fabbricato, lasciando comunque una struttura essenzialmente carente.
Mantenere in funzione il “prefabbricato” significherebbe comunque adeguarlo alle norme vigenti sull’edilizia scolastica (D.M. 18/05/1975 e D.M. 26/08/1992), in particolare la normativa della prevenzione incendi risulterebbe molto onerosa, in quanto occorrerebbero adeguate protezioni delle strutture in ferro, compartimentazioni, ecc., adeguamento dell’unica scala, od esecuzione di nuova all’esterno, oltre ad impianto idrico di estinzione incendi, illuminazione di emergenza,ecc.
Si tratterebbe inoltre di effettuare anche altri interventi edili quali sostituzione serramenti, tramezzature, porte, ecc. Eseguire cioè opere molto costose che restituirebbero comunque un fabbricato nonassolutamente funzionale, anche perché non collegato agli altri edificiesistenti e infine perché non disporrebbe di servizi adeguati quali la palestra (prevista anche per utilizzo extra scolastico), la mensa ed altre ulteriori aule mancanti. Si tratterebbe quindi di una spesa che darebbe comunque una struttura sostanzialmente “non sicura” e totalmente non funzionale perché non adeguata alle effettive esigenzedella scuola.
In un articolo di Riccardo Gulli “L’edilizia scolastica prefabbricata in Italia. La sperimentazione degli anni ‘60”, in atti del 2° Convegno Nazionale di Storia dell’Ingegneria, Napoli 7-9 aprile 2008 (pp. 681-690), Cuzzolin Editore, Napoli, in merito alle indagini svolte dall’ISES sulle prestazioni richieste dai vari componenti, risulta che la maggior parte dei tamponamenti non garantivano idonea traspirazione, in alcuni casi venivano usati materiali contenenti amianto, inoltre si segnalava perplessità in ordine alla durata dei paramenti nel tempo, processi disgreganti dell’ umidità manifestatisi ad es. nell’edificio scolastico realizzato a Pesaro dalla stessa Ditta IRCOM (esecutrice del prefabbricato di Gravellona Toce), inoltre l’analisi condotta sullo stato conservativo
della scuola ha evidenziato la presenza di una serie di carenze e patologie di degrado di natura costruttive e di ordine strutturale.
Infine citiamo un articolo comparso di recente da cui emerge la preoccupante situazione riguardante la sicurezza negli edifici scolastici.
“La sicurezza a scuola prima di tutto::”, v. “La Stampa” del 18 ottobre 2009, pag. 84, il Procuratore Raffaele Guainiello lo aveva promesso all’indomani del crollo al LIceo Darwin di Rivoli. Guariniello ha avviato un’inchiesta sulle misure antincendio tra le scuole di Torino e Provincia... 1758 istituti dalle materne alle superiori” ed i risultati pubblicati sull’articolo sono alquanto sconcertanti.
L’attenzione alla sicurezza è prioritaria in quanto ogni anno in Italia “sono oltre 90 mila le denunce di infortunio, di cui 250 indennizzate per inabilità permanente. Nel 2008 si è registrato un aumento dell’1,6%......”. La prevenzione tra i banchi, dunque, è fondamentale, soprattutto per quanto riguarda il rischio che si propaghino le fiamme.”
In conclusione rimaniamo dell’idea che alla scuola, specialmente quella elementare, debbano essere dedicati i maggiori sforzi al fine di garantire qualità dell’ istruzione, della vita e della sicurezza, secondo gli standard normativi vigenti, quindi non può considerarsi conforme a questi principi il riutilizzo di un prefabbricato con le carenze che sono
state documentate.

LAVORI DI DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE EDIFICIO PREFABBRICATO SCUOLE ELEMENTARI
In seguito alla demolizione dell’edificio prefabbricato esistente verrà realizzato l’ ampliamento della scuola elementare, sempre in un corpo staccato, ma collegato con corridoi vetrati al corpo adiacente.
L’ampliamento comprenderà:

PIANO RIALZATO
- palestra, mq 212,00 con deposito attrezzi, visita medica, spogliatoi e servizi igienici (utilizzabile anche per fruitori esterni in ore extra scolastiche)
- mensa scolastica con cucina, dispensa e spogliatoi personale
- laboratorio doposcuola
servizi igienici e deposito
- guardiola bidelli
-atrio, corridoi e collegamento con corpo adiacente esistente
- 2 scale protette
- ascensore

PIANO PRIMO
- 6 aule normali
- aula interciclo
-servizi igienici e deposito
- guardiola bidelli
-servizi igienici
- atrio, corridoio e collegamento con corpo adiacente esistente
- 2 scale protette
- ascensore

PIANO SECONDO
- biblioteca e aula TV
-laboratorio informatica
- archivio
- segreteria
- presidenza
- sala insegnanti e collaboratori
- servizi igienici e deposito
- guardiola bidelli
- atrio, corridoio
- 2 scale protette
- ascensore
COPERTURA
- terrazzo
- shed con pannelli solari e fotovoltaici
- centrale fotovoltaica
- centrale termica a gas metano
- gruppo elettrogeno
- locale macchine ascensore
- 1 scala protetta
- ascensore
I collegamenti verticali del fabbricato saranno realizzati con scale protette (separate con strutture e porte resistenti al fuoco 120 minuti).
Tutti i livelli del fabbricato saranno con strutture a “pianta libera”, cioè con un numero minimo di pilastri (circolari) all’ interno per consentire qualsiasi tipo di distribuzione dei locali da delimitarsi con pareti in cartongesso.
Le pareti esterne saranno a cappotto, per poter permettere un ottimo isolamento del fabbricato sia per il periodo invernale che per quello estivo; i serramenti esterni legno lamellare con vetrate isolanti con doppio cristallo stratificato.
La palestra, delle dimensioni interne di m 17,00 x 12,00, sarà realizzata con copertura con travi in legno lamellare (resistente al fuoco 60 minuti).
Per il superamento delle barriere architettoniche il piano rialzato sarà raccordato con l’esterno tramite rampe, come pure i collegamenti con il corpo esistente. E’ inoltre previsto un ascensore adeguato per disabili del tipo antincendio, funzionante in emergenza con gruppo elettrogeno, inoltre a tutti i livelli sono disponibili servizi adeguati per
portatori di handicap. Per quanto riguarda l’inserimento ambientale, considerando che la nuova struttura ha un piano in più rispetto all’esistente, si è cercato di contenere al massimo le altezze, partendo anche da un livello del piano rialzato inferiore di 40 cm rispetto a quello esistente,. La connessione tra fabbricato nuovo e gli altri è stata risolta con l’interposizione del cortiletto ed il collegamento con corridoi vetrati.
Per la nuova struttura sarà inoltre possibile prevedere la riconversione in altra struttura, ad es. scuola media o altra destinazione, vista la possibilità distributiva interna dovuta alla pianta libera.
Le superfici lorde dei vari livelli relative all’ ampliamento sono le seguenti:
- piano rialzato (con palestra) mq 842,80
- piano primo mq 636,92
- piano secondo mq 613,27
totale mq 2.092,99
La scelta di realizzare l’intervento sull’area esistente, invece che scegliere altri spazi per la delocalizzazione, è motivata dal fatto che il luogo è in posizione centrale, zona tranquilla e facilmente raggiungibile anche a piedi.
Per quanto riguarda le energie alternative è previsto l’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, solari per l’acqua calda sanitaria e ad integrazione dell’impianto di riscaldamento. E’ allo studio anche l’utilizzo della geotermia per poter rendere praticamente autosufficiente il complesso dal punto di vista energetico.
La nuova centrale termica con caldaia a condensazione alimentata a gas metano verrà spostata dall’ attuale posizione per collocarla sulla copertura del nuovo corpo con le altre centrali tecnologiche, sia per migliorare la sicurezza antincendio (la centrale termica attuale è attigua alle finestre di corridoi aule).
Alla riduzione dei consumi energetici contribuirà il riscaldamento a pannelli radianti previsto per la nuova costruzione.
In conclusione il nuovo complesso sarà dotato di tutti quegli spazi necessari allo svolgimento delle attività didattiche, come richiesto dalla Direzione didattica in rapporto alla popolazione scolastica attuale e dalle normative vigenti.

Arch. Giulio Balbo

domenica 25 aprile 2010

CONSIGLIO COMUNALE convocato il 28.04.2010














Nel prossimo Consiglio Comunale convocato per mercoledì 28 si tornerà a parlare nuovamente del Palazzetto dello sport o meglio del destino delle piscine che da mesi stanno subendo una forte censura. Il Sindaco non ne parla più pubblicamente e preferisce nel segreto delle stanze che contano scrivere (o farsi scrivere) protocolli d'intesa che ne decretano la scomparsa, con l'appoggio di enti importanti che non ne sanno nulla o che non hanno mai confermato pubblicamente questa intenzione. Su La Stampa di oggi scopriamo, su dichiarazioni del sindaco Giro, che il progetto del Palazzetto di Gravellona verrà adeguato alle esigenze della Fulgor. Ma come ? Limitandosi ad aumentare le tribune ? E le piscine che fine faranno ?Come sempre la città di Gravellona sembra destinata a soddisfare prima le esigenze di altri e poi dei propri cittadini. Se bisognerà sacrificare qualcosa lo faranno tagliando sui servizi di cui potrebbero godere tutti gli abitanti ed in cambio ci spiegheranno che dovremmo essere fieri di aver in casa Il Palazzetto dello Sport Provinciale. Sono soddisfazioni !


CITTÀ DI GRAVELLONA TOCE
Provincia del Verbano Cusio Ossola
CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Il Consiglio Comunale sarà riunito in sessione ordinaria in seduta pubblica, in prima
convocazione presso la Sala Consigliare per il giorno
MERCOLEDI’ 28 APRILE 2010 ORE 21,00

Gli argomenti posti all’ordine del giorno sono i seguenti:

1. Lettura ed approvazione verbali seduta precedente.
2. Esame ed approvazione rendiconto della gestione esercizio finanziario
2009.
3. Modifiche ed integrazioni al Regolamento per l’applicazione della Tariffa
Igiene Ambientale (T.I.A.).
4. Interpellanza presentata in data 25 marzo 2010 dal Gruppo Consiliare
“Insieme per Gravellona” avente all’oggetto: Nuovo Palazzetto dello
Sport”.
5. Interpellanza presentata in data 7 aprile 2010 dal Gruppo Consiliare
“Insieme per Gravellona” avente all’oggetto: “Possibili rimborsi IVA su
Tarsu e Tia”.
6. Ordine del giorno in merito alla gestione del servizio idrico integrato.
Gravellona Toce, lì 22 aprile 2010
IL SINDACO
Avv. Massimo Giro
LA CITTADINANZA E’ INVITATA A PARTECIPARE

sabato 24 aprile 2010

BUON 25 APRILE !



[...] Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi questa non è una Carta morta. Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione».

Parte del discorso che Piero Calamandrei fece in occasione dell’inaugurazione di un ciclo di conferenze organizzato da un gruppo di studenti universitari di Milano nel gennaio del 1955.

http://www.casadellaresistenza.it/

venerdì 23 aprile 2010

Siamo un paese



Dal Blog di Pippo Civati


Siamo diventati un paese in cui un latitante viene definito martire e statista.

Siamo diventati un paese in cui contano i soldi e nient'altro: chiunque ha soldi e successo si può permettere comportamenti (anche illeciti) non permessi a chi invece è un signor nessuno.

Siamo diventati un paese in cui imperversano a reti unificate personaggi come Corona, Briatore, Lapo che sono quelli che dettano mode comportamentali.

Siamo diventati un paese in cui c'hanno tartassato per mesi con l'indulto di qui, Prodi l'ha messi tutti fuori, e adesso rientrano alla chetichella 95 miliardi senza che nessuno apra bocca.

Siamo un paese in cui apprendiamo come se niente fosse che migliaia di persone vanno a lavorare ogni mattina a nero per paghe da fame, il tutto nella totale inerzia di carabinieri, finanzieri, ispettori del lavoro, sindacati.

Siamo un paese in cui (fascia d'eta 25- 64 anni) la media di chi ha la terza media è 20 punti percentuali superiore a quella europea, ma trovare lavoro per un laureato è impossibile.

Siamo un paese che manda in malora il proprio patrimonio artistico, culturale e ambientale nella totale incuranza.

Siamo un paese in cui la realtà non esiste più sopraffatta dai dibattiti nei talkshow e in cui chi governa può negare la crisi per anni e poi scoprirla di colpo come scusa per non abbassare le tasse e non effettuare quella riforma che aveva promesso nel 1994.

Siamo un paese che produce venti volte meno energia solare della Germania.

Siamo un paese che non ha più un passato su cui costruire un futuro



firmato Matteo'70

giovedì 22 aprile 2010

L'APPETITO DELLA LEGA


Nel 2009 il Veneto, che ha appena tributato un consenso elettorale record alla Lega, ha perso circa 52.000 posti di lavoro, il numero dei disoccupati ha raggiunto il livello di 126.500 persone. Secondo l’agenzia Veneto Lavoro il prodotto interno lordo in questa regione chiave dell’economia nazionale è calato del 4,8% lo scorso anno, il prodotto pro-capite è sceso ai livelli di dieci anni fa e un recupero sulla media del 2008 sarà possibile solo nel 2015, se tutto andrà per il meglio. I più colpiti, quelli che pagano gli effetti più duri della crisi, sono gli operai maschi, stranieri e con un contratto a tempo determinato. Sono stati licenziati, difficilmente troveranno un’occupazione nel breve-medio periodo. Questa è la realtà sociale ed economica del Veneto. Una realtà difficile come in molte altre regioni italiane. Poi c’è la politica, ci sono le amministrazioni, ci sono i nuovi leader leghisti. Uno si aspetterebbe che davanti a una crisi spaventosa e dopo una vittoria elettorale senza condizioni gli amministratori di Bossi affrontassero questo momento delicato con piglio deciso e provvedimenti adeguati all’emergenza. Ma, per ora, bisogna aspettare. Anche gli uomini della Lega tengono famiglia e amano i piaceri del potere. A Treviso i leghisti rifanno la sede della provincia come se fosse una reggia spendendo senza ritegno e comprando pure un tavolo di cristallo da 12mila euro ma poi negano i soldi alle scuole. La presidente della provincia e sindaco di San Donà Francesca Zaccariotto, astro nascente della Lega, appena eletta si era aumentata lo stipendio. Altri amministratori e sindaci leghisti, ad esempio ad Asolo e in altri comuni del trevigiano, hanno pensato che, crisi o non crisi, è giunto il momento di arrotondare stipendi e indennità perché non si vive solo di aria e di gloria politica. Sono solo alcuni esempi della Lega di governo e di sottogoverno raccontati nell’inchiesta di Toni Fontana che offre un punto di vista diverso e alternativo sulla classe di governo di Bossi che, accanto ad amministratori abili e presentabili, propone il sindaco di Adro che non vuole dare da mangiare ai bambini delle famiglie morose o la giunta di Brescia che nega il bonus bebè ai figli degli immigrati.
Oggi che la Lega ha in mano la guida del Piemonte e del Veneto, e partecipa al governo in Lombardia puntando anche a Palazzo Marino a Milano, mostra sul territorio la sua faccia feroce coi più deboli e, su un livello più alto di potere, capitalizza il numero dei voti esigendo, come ha detto esplicitamente Bossi, «le banche del Nord, perché ce lo chiede il popolo» e punta a infilare i suoi uomini nei consigli di amministrazione delle grandi aziende di Stato e nelle municipalizzate. Come si può contrastare questa Vandea? Con la presenza, la testimonianza forte di una politica diversa. Tonino Guerra ha scritto al Corriere della Sera per proporre al presidente della Repubblica di scegliere come senatore l’italiano «che non ci sta», l’imprenditore Silvano Lancini che ha pagato i diecimila euro di rette arretrate della mensa dei bambini di Adro. Una speranza.
Rinaldo Gianola (L'Unità 19/04/2010)

mercoledì 21 aprile 2010

Volevamo darla via gratis




Sempre con l’obiettivo di garantire la trasparenza della nostra attività di rappresentanti della minoranza pubblichiamo oggi una interpellanza presentata a febbraio sul tema “Casa dell’acqua”. Questo è un esempio con il quale viene smentito chi sostiene che la minoranza si oppone sempre e non propone, infatti non solo in questo caso abbiamo fatto una proposta concreta di iniziativa da realizzare ma addirittura ci troviamo ad essere “scippati” dell’idea stessa. Proprio questa sera durante la seduta della Commissione Ambiente sono stato redarguito da un noto esponente leghista locale (di cui non faccio il nome ma anche il cognome Federico Calefato) poiché, nella presentazione dei motivi per i quali avevo presentato la proposta, mi è “scappato” di dire che avevamo già pensato a questa idea durante la passata amministrazione, che fra l’altro ci era “scappato” di mettere anche nel programma elettorale,  mi è stato quindi specificato che questa è un’idea della lega. MI FA SOLO PIACERE CHE ABBIANO ANCHE DELLE BELLE IDEE, e non intendo litigare sulla paternità di un pensiero che è fra i pochi ad essere condiviso fino ad oggi e mi rimetto alla richiesta dell’assessore Nocilla che ha chiesto espressamente a tutti di non voler mettere nessuna bandiera su questa cosa.

Per dovere di trasparenza pubblico il testo integrale dell’interpellanza che mira a realizzare almeno una casa dell'acqua in cui finalmente si potrà darla via gratis:



Gravellona Toce 19-02-2010

Oggetto: Interpellanza ai sensi dell’art. 21 del Regolamento del C.C.

ACQUA DEL SINDACO

Il sottoscritto Morandi Giovanni, Consigliere Comunale della Lista Civica “Insieme per Gravellona”, premesso che nel corso della precedente amministrazione è stata effettuata da parte dell’Ufficio Ambiente una importante campagna di sensibilizzazione per l’uso potabile dell’acqua del rubinetto, concretizzata attraverso numerose iniziative:

• Incontri divulgativi nelle scuole;
• Mostra fotografica presso la biblioteca
• Distribuzione di brochure informativa e piccolo manuale di “consumo critico dell’acqua”
• Incontro pubblico con presentazione delle modalità di controllo analitico delle acque

Premesso altresì che era stata concordata con la società Acque Nord la pubblicazione mensile sul sito della Città di Gravellona Toce dei risultati delle analisi effettuate sia nelle scuole sia in altri punti dell’acquedotto.

Premesso inoltre che a completamento dell’iniziativa era intenzione dell’amministrazione progettare e realizzare una “Casa dell’Acqua” per mettere a disposizione di tutti quella che in molti comuni e città d’Italia è stata battezzata “acqua del sindaco” e che ha avuto ovunque consensi unanimi per gli innumerevoli vantaggi che comporta;

SI CHIEDE

• Come mai sul sito della Città di Gravellona Toce le ultime analisi pubblicate risalgano al primo semestre 2009 e se sia nelle vostre intenzioni ripristinare questo importante atto di trasparenza;

• Se sia nelle intenzioni di questa amministrazione fare propria l’idea di realizzare una o più “Case dell’Acqua” e diventare così il primo comune del VCO a poter vantare una iniziativa di cui vanno orgogliose molte altre realtà, di entrambi gli schieramenti politici, per gli indubbi vantaggi economici e ambientali che comporta.

In attesa che questa interpellanza sia messa all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.

domenica 18 aprile 2010

Sport e società a Casale

Siccome la Gazzetta delle sport non credo che ne parlerà, mi affianco agli altri mezzi di informazione locale per riassumere le iniziative che si sono svolte oggi a Casale Corte Cerro.


Non so se volutamente o casualmente ma oggi si concentravano diverse iniziative, non solo sportive, che hanno vista una buona partecipazione. Oltre ad un torneo giovanile di calcio, a cui partecipavano 8 squadre, si è svolta la prima edizione del Dragon triathlon al quale ho avuto il piacere di partecipare. Si è trattato di una competizione in cui si partiva con una frazione di circa 20 km in bici da corsa, seguita da una frazione in mountain bike di circa 7-8 km molto impegnativa per un percorso reso ancor più insidioso dai postumi di una leggera pioggia e un’ultima frazione di corsa su percorso misto, sentieri e strade, di circa 6 km. Trentuno le squadre iscritte, delle quali solo 4 individuali mentre tutte le altre a staffetta, che hanno affrontato la competizione con il giusto mix di agonismo e autoironia mettendo a confronto un ampio spettro di campioni, ex campioni e sportivi comuni. Nessuno dei presenti è sfuggito all’intraprendenza dei volontari che portavano avanti la terza iniziativa: distribuzione di borse di tela da personalizzare nell’ambito della campagna di sensibilizzazione per la riduzione della plastica. Si tratta di una bella iniziativa dell’Associazione Comuni Virtuosi a cui in uno slancio di intelligenza ha aderito anche la nostra Provincia come si può osservare nel sul sito (vedi link)
http://www.provincia.verbania.it/pag.php?idmenu=918&id=783&op=P





Io sarei per la messa al bando dell’uso della plastica per i sacchetti, come hanno già fatto altri governi nel mondo a differenza del nostro che ha chiesto una moratoria rispetto a questa possibilità, ma dal momento che così non è ben vengano questo tipo di iniziative. Colgo l’occasione per pubblicare il link di un sito in cui è possibile verificare gli effetti della continua diffusione nell’ambiente di plastiche di ogni genere:

http://informazionesenzafiltro.blogspot.com/2010/03/la-piu-grande-discarica-del-mondo.html

Ma torniamo alla gara di triathlon dove non ho perso l’occasione per correre la mia frazione con il cuore in gola dal primo all’ultimo minuto, per un totale di 23 minuti e 50 secondi, con sprint finale fianco a fianco ad una avversario che non voleva mollare fino all’ultimo metro e che mi è valso la conquista dell’ottavo posto; naturalmente devo ringraziare i miei due soci, Livio Luni per la frazione su strada e Valter Pedroni con la Mountain Bike che, nonostante le difficoltà avute al momento del cambio dove per un disguido hanno perso un paio di minuti, mi hanno permesso di partire in ottima posizione. Classifica completa e commenti sul sito “salite del VCO:

http://www.salitedelvco.it/visualizza_news.php?id=258
Siccome i vincitori sono dei miei amici, e proprio per questo proverei un particolare piacere nel batterli in qualche competizione, è con una certa sofferenza che devo anche questa volta fare loro dei meritati complimenti: Gianni Cerlini con la bici da strada, Davide Ciocca con la mountain bike e Stefano Cerlini di corsa hanno confermato che il motto “squadra vincente non si cambia” è sempre valido e si sono aggiudicati nettamente la gara. Complimenti anche agli organizzatori.
Gianni Morandi

sabato 17 aprile 2010

1° TORNEO "DON ANGELO FERRARI"




La Società A.S,D. San Pietro in collaborazione con l'Oratorio S. Pietro, organizza

Domenica 18 aprile 2010

1° TORNEO ALLA MEMORIA DI "DON ANGELO FERRARI"

Categoria Piccoli amici (5 contro 5)
Categoria Pulcini misti (5 contro 5)

presso l’impianto sportivo di via Molino 17 a Gravellona Toce (VB) con i seguenti orari:
Ore 09,00 ritrovo squadre
Ore 09,15 inaugurazione campo e Santa Messa per tutti
Ore 10,00 inizio partite del mattino
Ore 12,00 pranzo per il 1° turno
Ore 12,45 pranzo per il 2° turno
Ore 14,00 inizio partite del pomeriggio
Ore 16,30 estrazione della lotteria con ricchi premi!!
Ore 16,45 premiazioni per tutti i partecipanti!!

Iscrizioni: l’iscrizione delle squadre è gratuita.
Pranzo : E’ previsto il pranzo con cucina casereccia preparato da cuochi professionisti in loco (nessun cibo precotto).
Pranzo riservato a tutti i bambini (Atleti e NON fino a 12 anni) € 8,00
Pranzo per gli adulti € 10,00 .

venerdì 16 aprile 2010

IO NON CI STO









L'imprenditore Silvano Lancini (Ansa)

Anonimo imprenditore paga la retta e gli arretrati della scuola materna di Adro

Il sindaco sospende il pranzo agli alunni della scuola materna ed elementare che hanno pagato la retta e gli arretrati e un cittadino invia un bonifico di 10mila euro per rimettere tutto a posto. Accade ad Adro nel bresciano dove l'amministrazione comunale ha ricevuto il versamento che ha saldato il debito accumulato dalle famiglie che avevano usufruito del servizio e per motivi diversi non avevano pagato la retta. 
L'anonimo benefattore – imprenditore agricolo - ha accompagnato il suo gesto da una lettera pubblicata dal sito del "Corriere della Sera" e che pubblichiamo qui sotto.

IO NON CI STO

Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film L'albero degli zoccoli. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene.È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica. A scanso di equivoci, premetto che: non sono "comunista". Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona. So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell'educazione.Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell'Ucraina. Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l'insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male. I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, rna potrei portare molti altri casi.Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni "miserevoli". Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino...). Ma dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti "urlare", scuotere l'animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il "commercio".Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare "partito dell'amore". Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti "compagni che sbagliano". Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro mese (regolari).Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l'amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (O quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? È già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI. Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.E CHI SEMINA VENTO, RACCOGLIE TEMPESTA! I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L'età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce li volessero piu cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. È anche per questo che non ci sto. Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani. Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all'uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l'amministrazione.In tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l'anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno a vorranno pagare il costa della mensa residua resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa. Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del "grande fratello".Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo. Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L'idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c'e, ma solo per tutto il resto.Un cittadino di Adro

(fonte antefatto.it)


http://www.corriere.it/cronache/10_aprile_16/Pago-per-far-mangiare-i-bimbi-il-razzismo-non-c-entra-niente-schiavi_07901e1e-4920-11df-af35-00144f02aabe.shtml

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/04/benefattore-adro-silvano-lancini-imprenditore-mensa-scuola.shtml?uuid=8258a592-471f-11df-88f5-7a0cada5ab3e&DocRulesView=Libero

VERTENZA BIALETTI: CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO

 
COMUNICATO SINDACALE 

FIOM CGIL  FIM CISL  UILM UIL

Sono ormai decine le aziende che stanno chiudendo o sono al collasso.
La cassa integrazione ha raggiunto cifre incredibili ed inimmaginabili.
Bialetti, Sit Cupro, Minoletti, Zeta FPA, Vistarini, Perucchini, Magistris e Wetzel, Lagostina, Interconsulting, Fornara e Maulini, Cover, Casalinghi Sto, Motta, Calderoni, Piazza sono solo alcune delle decine di aziende tra le più conosciute che sono in crisi e stanno utilizzando Cassa Integrazione o hanno già licenziato lavoratori.
Ci sono poi datori di lavoro che sfuttando questo drammatico contesto, ricattano moralmente i lavoratori se non si sottomettono al volere di "lor signori", come alla Piazza di Crusinallo.

I METALMECCANICI DICONO BASTA !!!!

È ora di porre in atto rimedi seri e non solo provvedimenti temporanei, pur necessari, come la Cassa Integrazione. La situazione economica del Verbano Cusio Ossola impone a tutti i soggetti sociali presenti sul nostro territorio un impegno eccezionale e straordinario.
È indispensabile che ci ha la responsabilità di ciò che sta avvenendo intervenga con decisione; proponga e attui scelte che favoriscano l'inversione di tendenza alla crisi drammatica che stiamo vivendo.
Chiediamo al Governo, alla regione Piemonte, alla provincia del VCO di scendere in campo per il Verbano Cusio Ossola e di realizzare atti concreti che risolvano la crisi.
Chiediamo alla locale Unione Industriali di non svolgere il ruolo puramente notarile e burocatico di assistenza ai propri associati nella compilazione dei verbali di Cassa Integrazione o Mobilità, ma di ricecare e attirare nuove imprenditorialità sul territorio. La crisi l'hanno creata i padroni tocca anche a loro risolverla.
Stante la gravità della situazione che tutti conosciamo e brevemente sopradescitta FIOM FIM UILM del VCO decidono di aprire formalmente la "Vertenza per il rilancio economico del VCO".
La prima iniziativa dei metalmeccanici a sostegno della vertenza è la dichiaazione di

4 ore di Sciopero Generale Provinciale
giovedì 15 apile 2010
con Manifestazione ad Omegna

Questo non è solo uno sciopero di solidarietà ai lavoratori Bialetti, è un atto concreto per salvare il VCO e la nostra dignità di lavoratori contro chi ci vorrebbe deboli, perdenti e sottomessi.
Rialziamo la testa !!! Il VCO può e deve salvasi, tocca a noi lavoratori, come sempre, fare il primo passo per salvarlo, per cui partecipiamo numerosi.

martedì 13 aprile 2010

IL PROTOCOLLO SCOMPARSO (1° parte)


Il titolo non deve trarre in inganno. Quelle che pubblichiamo di seguito non sono le pagine dell'ultimo libro di qualche "mago" del thriller ma il testo integrale del "Protocollo d'intesa tra la Provincia del VCO, il Distretto Turistico dei Laghi, la Camera di Commercio del VCO, la Federalberghi della provincia del VCO e vari enti locali per l'individuazione delle linee strategiche per la cfreazione di un polo comprensoriale e fieristico di interesse provinciale "

Per completezza d'informazione gli Enti locali (interpreti secondari) citati sono: i Comuni di Verbania, Omegna, Ornavasso, Mergozzo, Baveno e naturalmente Gravellona Toce.
Leggendo con attenzione il testo si scopre che è il frutto di "numerosi incontri" tenuti alla sede della Provincia del VCO, promossi dal Presidente della Provincia il quale ha avanzato l'ipotesi di realizzare "un polo fieristico/congressuale per la Provincia del VCO presso il Comune di Gravellona Toce". 
Da verifiche fatte  dal nostro Gruppo  direttamente con alcuni degli Enti citati ,si scopre una realtà diversa, che testimonia di una scarsa attenzione nella gestione di scelte così importanti da parte dell'amministrazione Giro, che sembra intenzionata a lasciare nelle mani di altri il destino delle prorie strutture . Ci sono Comuni citati in questo protocollo a cui non è mai stato proposto nemmeno in modo informale di far parte dell'accordo ! Ma ciò che stupisce maggiormente è la totale mancanza di comunicazione ai cittadini a cui non si dice con chiarezza quale sarà il destino del nuovo Palazzetto dello Sport ! In quante province italiane nasce un "Polo comprensoriale e fieristico di interesse provinciale" senza che vengano discussi pubblicamente i motivi della sua istituzione portando a sostegno studi e dati certificati. La verità è che c'era l'urgenza di trovare un'alternativa all'attuale  (ed unico) progetto  approvato e finanziato dalla Regione (giunta Bresso) che prevede la costruzione delle piscine. Perché ? Ma la fretta fa brutti scherzi e non si dovrebbe mai applicar ad opere di questa portata. Le domande che nascono dalla lettura del protocollo sono tante e non sappiamo se avranno risposta anche perché da quasi due mesi il protocollo sembra essere scomparso ! In quale ufficio si è arenato ? Come nei migliori thriller il mistero continua. Buona lettura !







I rifiuti non esistono

Lo confesso: sono un sostenitore dell’opzione RIFIUTI ZERO. Ci vorrà del tempo, della fatica fisica e della fatica mentale ma non c’è altra scelta che porsi l’obiettivo di piantarla di buttare via cose di cui un giorno avremo bisogno. Se si accetta l’idea che i rifiuti esistano prima o poi tutto diventa un rifiuto. Allora diamoci da fare, tutti.

Nella nostra piccola provincia si è già fatto molto in questa direzione, raggiungendo livelli di raccolta differenziata molto elevati a partire da Gravellona e Pieve Vergonte (primi esperimenti di raccolta “differenziata spinta”) e via via con molti altri comuni del Verbano, del Cusio e dell’Ossola. Il primo riconoscimento di questa virtù è stato sancito dalle classifiche nazionali, in cui Verbania è risultato il primo capoluogo di provincia, e Gravellona si è classificata al 1° posto nell’Italia del nord, o padania se preferite, nella raccolta differenziata del vetro (vedi pag. 56 del dossier pubblicato sul sito linkato qui sotto).
http://www.legambiente.eu/scienza/cdoc/schedaDoc.php?id=4915

Tuttavia questa nostra virtù si ferma alla raccolta e non si afferma nella valorizzazione delle frazioni differenziate come invece è ampiamente dimostrato che si potrebbe fare, creando occupazione e ritorni economici. Anche nel trattamento della parte di rifiuto che non riusciamo a differenziare siamo piuttosto primitivi visto che da anni continuiamo ad accanirci nell’incenerimento. Senza fare i soliti esterofili ci siamo limitati ad osservare qualche esempio italiano di realtà che opera attivamente verso l’obiettivo rifiuti zero e abbiamo così avuto l’opportunità di visitare il centro riciclo Vedelago e successivamente di avere ospite la signora Carla Poli, titolare del centro, che ha incontrato alcune classi delle scuole di Gravellona nel pomeriggio, distribuendo materiale didattico sull’educazione ambientale, e partecipando ad una riuscitissima serata pubblica, il 6 ottobre 2008, organizzata dal PD provinciale e sostenuta dal movimento di Beppe Grillo (calma calma non si è trattato di una vera e propria “alleanza” diciamo un contratto a progetto). In quell’occasione ha presentato l’attività del suo centro specificando che vengono trattate circa 10.000 tonnellate all’anno di rifiuti con una quota residuale da portare in discarica limitata al 1- 2%.
http://www.centroriciclo.com/impianti.php

Non è quel che sembra, è un mix di plastiche ottenute per estrusione della frazione non differenziabile
Naturalmente, come tutte le cose apparentemente senza difetti, in realtà qualche problema devono pur averlo e il problema di questo tipo di tecnologia sta nel fatto che costa poco, e già di per se questo è grave, ma soprattutto farebbe rimanere a bocca asciutta quel mostro affamato di rifiuti rappresentato dall’insieme di quel mondo industriale che costruisce e gestisce gli inceneritori e che ha la presunzione di far credere che in realtà si occupa di valorizzare i rifiuti e come potremmo smentirli, da sempre chiunque voglia valorizzare qualcosa la incendia e il miracolo è fatto. Questo istinto piromane dell’uomo però costa alla collettività una quantità enorme di soldi, provoca diverse forme di inquinamento che solo la falsificazione sistematica degli studi fatti (cerca su Google le dichiarazione dell’oncologa Patrizia Gentilini) non ne conferma l’enorme effetto come produttore di agenti cancerogeni e non fa altro che accelerare quel lento ma inesorabile processo di trasformazione delle materie prime in scorie e scarti pericolosi per un gran numero di forme di vita tra le quali anche la nostra, almeno nella forma attuale, ma possiamo sempre sperare in qualche mutazione genetica che salvi almeno le generazioni future. Noi che reprimiamo il nostro istinto piromane, e che non abbiamo amici industriali che costruiscono inceneritori, abbiamo allora chiesto che venisse inserito fra le possibilità impiantistiche da valutare, anche la tecnologia del centro di Vedelago e con grande sorpresa abbiamo visto che così è stato: incredibile, mi sono commosso. Il Politecnico di Milano ha fatto uno studio,
in cui ha valutato i vari metodi di trattamento, sia termici sia meccanico-biologici, della frazione residuale dei rifiuti per conto delle province di Novara e VCO. Ho fatto vedere lo studio ai titolari del centro di Vedelago che, pur rallegrandosi dell’essere almeno stati considerati, mi fanno notare che l’analisi relativa al loro impianto è stata estremamente sommaria soprattutto nella valutazione dei costi, e questo è confermato anche dal fatto che non hanno chiesto a loro nessun dato ne economico ne tecnico e quindi non si capisce su che basi abbiamo fatto le valutazioni. Se fosse davvero così, altrimenti vorrei una smentita documentata, non capisco quale possa essere il motivo visto che nell’analisi delle altre possibilità, tutte basate sul dio fuoco a diverse temperature, sono stati molto analitici e ne hanno esaltato i mirabolanti effetti. Pazienza, speriamo che Giuseppe Monti, eletto ieri nuovo presidente del COB unico per il VCO per la programmazione della gestione dei rifiuti; ente unico che ha unificato i due precedenti consorzi abbia la lungimiranza di considerare anche queste possibilità visto che la chiusura del forno di Mergozzo non è più evitabile. Per ora l’assemblea dei sindaci del VCO, ovviamente con maggioranza Lega Nord e PDL, dopo aver eletto i nuovi amministratori si è limitata a proporre un bell’aumento dei compensi agli amministratori del nuovo ente: 24 mila euro al Presidente, 18 mila al vice, 14.440 agli altri consiglieri del Cda e l'aggiunta di un gettone a tutti i partecipanti alle assemblee, per un totale dei costi ben superiore alla somma dei due precedenti consorzi. Per fortuna alcuni amministratori presenti, soprattutto del PD ora in minoranza, hanno mostrato di essere tutt’altro che morti protestando al punto che la decisione sui compensi è stata rinviata alla prossima seduta; e ci mancherebbe…va bene che la campagna elettorale è finita e nessuno si ricorda più gli impegni alla riduzione dei costi della politica, ma almeno un po’ di rispetto per chi sta vivendo pesantemente gli effetti della crisi è dovuto e la sobrietà sarebbe d’obbligo.

E non ditemi che i rifiuti esistono.

domenica 11 aprile 2010

Aiutiamoli a casa loro!

Quante volte abbiamo sentito questa affermazione. Una affermazione di principio sulla quale siamo perfettamente d’accordo pensando soprattutto al fatto che per chiunque al mondo sarebbe preferibile poter godere di condizioni di vita accettabili nel proprio luogo di nascita senza dover per forza prendere la valigia, di cartone o in qualche caso di niente, per andare a tentare fortuna altrove. Sotto il profilo del principio allora siamo tutti d’accordo ma come stanno le cose nei fatti?


Ecco cosa dice Bill Gates a proposito del protagonismo dell'Italia nei confronti degli aiuti ai Paesi poveri: «Nella comunità internazionale c'è solo un paese che ha ridotto gli aiuti allo sviluppo e questo è l'Italia. Io la chiamo la mia lista della vergogna, ma sono felice che in questa lista fino ad ora ci sia solo un Paese. Se ci fossero dieci paesi, sarebbe grave».

Percentuale aiuti su Pil:

Svezia 0,99 %

Norvegia 0,98 %

Obiettivo Onu 0,7 %

Media Paesi occidentali 0,45 %

Spagna 0,43 %

Svizzera 0,42 %

Austria 0,42 %

Germania 0,38 %

Francia 0,38 %

Portogallo 0,25 %

Italia 0,21 %

Usa 0,19 %

Fonte: Gates Foundation.
Eppure io sono sempre ottimista e mi compiaccio della scelta fatta anni or sono dall’ATO 1 Novara e VCO, ente di gestione del servizio idrico integrato, che ha previsto di destinare l’1% dei propri ricavi alla cooperazione internazionale dando così un supporto a qualche progetto di cooperazione decentrata. Il 16 dicembre 2009 si è riunita la conferenza d’ambito per cercare di delineare le strategie per il contenimento delle tariffe e ha deliberato la riduzione del contributo alle comunità montane, dal 5 al 3%, e la riduzione del contributo alla cooperazione internazionale allo 0,1%.

Potete verificare sul verbale della conferenza d’ambito l’atto N° 94 del 2009: http://www.ato1acquepiemonte.it/atti_archivio.htm

Naturalmente hanno espresso l’intenzione di riportare il contributo al livello precedente non appena sarà possibile. Un’altra affermazione di principio del tutto condivisibile.

sabato 10 aprile 2010

ACQUA CARA O CARA ACQUA?

Un’altra storia infinita è sicuramente quella dell’acqua: dal 1994, anno della famosa legge Galli, ad oggi è stato un susseguirsi di provvedimenti a vari livelli amministrativi che hanno reso sempre meno comprensibile ai semplici cittadini quello che sta accadendo. A semplificare le cose ci ha pensato il governo, il 25 settembre 2009 con il decreto legge N° 135, facendo in modo che ora almeno sia chiara la volontà di trasformare anche l’acqua dall’essere un bene all’essere una merce. Partendo dal presupposto, ormai dolorosamente smentito in più settori, che il privato è meglio del pubblico hanno pensato così di consegnare su un piatto d’argento alle multinazionali l’appetitosa polpetta della gestione del servizio idrico. Varie iniziative sono già in corso a livello nazionale per impedire legittimamente (e questo si che è un legittimo impedimento) che questa legge produca i suoi effetti disastrosi e anche nel nostro piccolo abbiamo già presentato una mozione sulla quale si sta cercando anche la condivisione da parte della maggioranza. Intanto si scopre che in quei luoghi d’Italia e del mondo in cui la privatizzazione è già stata sperimentata stanno facendo marcia in dietro; ad esempio in provincia di Latina dove già da tempo è in corso una dura lotta tra cittadini, istituzioni locali e multinazionale che gestisce il servizio idrico integrato arrivano i primi risultati positivi:

Una buona notizia: ad Aprilia l'acqua torna PUBBLICA.




Il presidente del consiglio comunale ha convocato le principali tre commissioni, con all’ordine del giorno «la riconsegna dell’impianto idrico comunale da parte di Acqualatina S.p.a.». L’amministrazione comunale – fatta di liste civiche elette un anno fa dopo un lungo governo del centrodestra – ha dunque deciso: la prossima settimana chiederà indietro le chiavi dell’acquedotto al gestore partecipato dalla multinazionale francese Veolia. E loro, i settemila firmatari delle contestazioni, che per anni hanno denunciato le conseguenze della gestione privata dell’acqua, continuando a pagare a quel comune fatto di rappresentanti eletti e non nominati dai consigli di amministrazione francesi, hanno raggiunto un traguardo neanche immaginabile fino a poco tempo fa. Hanno dimostrato che la mobilitazione dei cittadini – al di fuori dei partiti, basata solo sul senso civico e su quel sentimento profondo che respinge le ingiustizie – può cambiare le cose, può rimandare a casa una multinazionale potente come la Veolia.






I cittadini di Aprilia, un altro esempio civico per il nostro Paese. Come i valsusini, come i vicentini, come tanti pugliesi, come i ragazzi di Locri, e altri che sicuramente dimentico. Un giorno faremo per loro una Hall Of Fame, o pianteremo un bosco come fanno in Israele. Una collina dei Giusti, ecco.











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